Lo stabilimento di Mirafiori resta al centro dell’attenzione in casa Stellantis. Ad alzare la voce sono i lavoratori della linea della 500 elettrica, scesi in sciopero dopo le assemblee: usciti in corteo dalla Porta 2 della fabbrica torinese hanno bloccato la circolazione stradale. Un’iniziativa simbolica che dà però la misura della rabbia e della delusione dopo le parole dell’amministratore delegato Carlos Tavares secondo il quale sussidi insufficienti dal governo possono mettere a rischio gli stabilimenti di Mirafiori e Pomigliano d’Arco. “Mobilitiamoci come hanno fatto gli agricoltori. Il futuro è incerto e non ci danno risposte” dicono le tute blu che non scioperavano in difesa della fabbrica da 13 anni.
Anche le polemiche politiche non si fermano. Il ministro Adolfo Urso chiede all’azienda di rispondere al piano incentivi messo in campo dal governo con l’aumento della produzione di auto nel nostro Paese, o dal 2025 le risorse del fondo automotive – 5 miliardi e 300 milioni in più anni – saranno destinate all’incentivo alla produzione e non al consumo. Urso ripete che “non è possibile che l’incentivo vada in misura prevalente ad auto prodotte all’estero” e sottolinea che il piano è “orientato soprattutto a modelli che si possono realizzare nel nostro Paese”. Il sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon, assicura che la vicenda Stellantis “sarà attentamente monitorata”.
Per il presidente dei senatori del Pd Francesco Boccia “il tema vero è che anche per questo settore manca un piano industriale da parte del governo” e che “il bullismo di Stato contro Stellantis non ha molto senso”, mentre il leader di Azione, Carlo Calenda, chiede a John Elkann – che martedì ha avuto una serie di incontri istituzionali a Roma – di dire in modo chiaro “che cosa vuole fare in questo Paese visto che Tavares dice cose diverse dalle sue”. I sindacati insistono sulla necessità di un incontro con la premier Giorgia Meloni e con Tavares. “La partecipazione delle lavoratrici e lavoratori alle assemblee è stata straordinaria. C’è un clima di forte preoccupazione. Il declino di Stellantis in Italia deve essere fermato. Non possiamo assistere al lento, progressivo, inesorabile spegnimento degli stabilimenti” spiega Samuele Lodi, segretario nazionale della Fiom-Cgil. “Per le conoscenze che abbiamo, dal 2027 Mirafiori non avrà più prodotti. Se non arriveranno nuovi modelli sarà ridotta al lumicino produttivo. Sono 17 anni che dura la cassa integrazione, l’occupazione è passata da 20.000 a 12.000 lavoratori e lavoratrici. Mirafiori deve diventare un caso nazionale: Parigi e Roma se ne devono occupare” afferma Giorgio Airaudo, segretario generale della Cgil Piemonte. “A Stellantis chiediamo di dare corso al programma di investimenti e al piano Dare Forward anticipandone i tempi, dando certezze sulle produzioni future a tutti gli stabilimenti” aggiunge il numero uno della Fismic Confsal, Roberto Di Maulo.
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