I combattenti curdi sostenuti dagli
Stati Uniti in Siria hanno liberato una donna yazida detenuta
per dieci anni dai combattenti dell’Isis che l’hanno violentata
e costretta a sposare estremisti. Lo riporta il Guardian. La
donna, 24 anni, è stata salvata insieme ai due figli durante
un’operazione di sicurezza da parte dei combattenti curdi nel
campo siriano di al-Hawl, che ospita decine di migliaia di
persone, per lo più mogli e figli dei combattenti dello Stato
islamico. La giovane, originaria del villaggio di Hardan, nel
cuore della zona yazida di Sinjar in Iraq, è stata rapita
dall’Isis durante i massacri commessi nel 2014, durante i quali
furono uccisi migliaia di uomini e rapite molte donne e
adolescenti tenute come schiave del sesso. “Hanno distrutto la
mia vita. Sono stata venduta e comprata come una pecora”, ha
detto la donna, aggiungendo che a un certo punto si trovava con
altre sei donne nella casa di un uomo anziano di nome Abu
Jaafar, che la picchiava se lei lo rifiutava.
“Le donne che resistevano allo stupro venivano uccise”, ha
raccontato.
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