I superpoteri chiesti dal
presidente ultraliberista dell’Argentina, Javier Milei, sono al
centro di febbrili negoziati che si stanno svolgendo in queste
ore alla Camera dei Deputati a margine del dibattito sulla legge
‘omnibus’ che a partire da oggi viene sottoposta a votazione
articolo per articolo.
Se il dibattito per l’approvazione in generale si era risolto
favorevolmente per il governo – a costo tuttavia di una
consistente potatura del mega pacchetto originale ridotto da 664
a 386 articoli – la votazione dei singoli punti rischia di
essere adesso ancora più logorante per l’esecutivo.
Su un totale di 257 la ‘minoranza’ di governo conta con soli
38 seggi, a cui si aggiungono i 37 del Pro dell’ex presidente
Mauricio Macri. Con circa 80 deputati, l’opposizione di
centro-destra composta da radicali e peronisti federali
rappresenta il vero e proprio ago della bilancia della
votazione.
Si dichiara disponibile ad approvare la legge ma cerca di far
valere il suo peso e spinge adesso per la deroga dei superpoteri
in materia di sicurezza e per consistenti modifiche in materia
di redistribuzione delle risorse fiscali e di privatizzazioni.
La seduta che ha preso il via rischia di prolungarsi quindi
ancora per diversi giorni mentre è attesa anche la ripresa delle
proteste sociali che hanno caratterizzato il dibattito per la
votazione in generale.
Il cammino della omnibus è in ogni caso ancora lungo. La
legge dovrà passare anche al Senato per l’approvazione in
seconda lettura e in caso di ulteriori modifiche dovrà tornare
alla Camera per una terza revisione.
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