“Non ci facciamo intimorire dalle minacce degli Houthi. Noi difendiamo il traffico mercantile, non attacchiamo nessuno ma non vogliamo essere attaccati da nessuno. C’è una libera circolazione marittima: se ci saranno degli attacchi risponderemo difendendo le navi mercantili italiane. Questo deve essere molto chiaro. Non ci facciamo intimidire da nessuna dichiarazione degli Houthi, che sono un’organizzazione terroristica”. Lo ha detto il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani al margine dei Med Dialogues dopo l’intervista di un leader Houthi a Repubblica.
Il leader degli Houthi, Italia bersaglio se partecipa all’aggressione
“L’Italia sarà un bersaglio se parteciperà all’aggressione contro lo Yemen”. Lo spiega Mohamed Ali al-Houti, uno dei leader degli Houthi yemeniti, in un’intervista a Repubblica. L’Unione Europea ha infatti annunciato una nuova missione militare difensiva nel Mar Rosso.
“Consigliamo agli europei di aumentare la pressione sui responsabili degli orrori a Gaza. Le nostre operazioni mirano a fermare l’aggressione e a sollevare l’assedio. Qualsiasi altra giustificazione per l’escalation da parte degli europei è inaccettabile”, prosegue. L’Italia ne prenderà parte. “L’Italia diventerà un bersaglio se parteciperà all’aggressione contro lo Yemen”, sottolinea ancora il leader yemenita. Quelle da parte degli Usa “sono aggressioni illegali e di un terrorismo deliberato e ingiustificato. Gli aerei d’aggressione americano-britannici hanno lanciato 48 attacchi aerei contro lo Yemen, colpendo Sana’a e Hodeida insieme ad altri obiettivi.
In precedenza, hanno preso di mira le nostre pattuglie nel Mar Rosso, causando il martirio delle forze navali – spiega -. Questi bombardamenti non influenzeranno le nostre capacità. Anzi ci rafforzano. Gli americani e i britannici devono capire che in questa fase siamo pronti a rispondere, e il nostro popolo non conosce la resa. Le nostre acque e i nostri mari non sono un parco giochi dell’America”. Nel Mar Rosso secondo il leader Houti “non c’è alcun blocco. Prendiamo di mira solo le navi associate a Israele, che si dirigono verso porti occupati, di proprietà di israeliani, o entrano nel porto di Eilat. Qualsiasi nave non legata a Israele non subirà danni – conclude -. Non abbiamo intenzione di chiudere lo stretto di Bab el Mandeb o il Mar Rosso. Se volessimo farlo, ci sarebbero altre misure più semplici rispetto all’invio di missili”.
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