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Tredicenne violentata alla Villa Bellini di Catania, 7 fermati

 Una ragazzina di 13 anni è stata violentata da sette persone, il 30 gennaio scorso, presso la Villa Bellini di Catania. Le Procure distrettuale e dei minorenni hanno già disposto e fatto eseguire dai Carabinieri il fermo di sette sospettati: in un primo momento sei, perché un settimo si era reso irreperibile. Sarebbero tutti egiziani e tre di loro non sarebbero maggiorenni. 

Il settimo fermato è uno dei tre minorenni  indagati trovato nella comunità dove alloggiava mentre recuperava degli effetti personali. Secondo gli investigatori stava per fuggire nel tentativo di far perdere le proprie tracce. Nell’esecuzione dei fermi i Carabinieri hanno condotto tre maggiorenni in carcere e uno agli arresti domiciliari e i tre minorenni in un centro di precautelare di Prima accoglienza.

I sette indagati, si legge in una nota congiunta delle Procure distrettuale e per i minorenni di Catania, erano “entrati in Italia da minorenni e, in forza della legislazione vigente, accolti in strutture; in ragione della minore età vige, infatti, il divieto di espulsione con la possibilità del rilascio da parte della Questura competente del permesso di soggiorno fino al compimento della maggiore età”.

“Al temine di un ininterrotto sforzo investigativo – si sottolinea nel comunicato – i Carabinieri nel giro di meno di 48 ore, sarebbero riusciti a chiudere il cerchio attorno ai responsabili. Dal primo pomeriggio di ieri, in stretto coordinamento con le due Procure, è quindi scattato il blitz, durato fino alle prime luci dell’alba di questa mattina, che ha consentito di catturare i sette sospettati, l’ultimo dei quali rintracciato dopo una iniziale fuga, tra cui i due esecutori materiali della violenza sessuale entrambi minorenni”.

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“Al riguardo – spiegano le due Procure – è stato assolutamente rilevante l’aspetto delle investigazioni scientifiche. Personale specializzato del Comando Provinciale Carabinieri di Catania è infatti riuscito, attraverso un minuzioso studio delle tracce forensi a individuare in meno di 24 ore le tracce biologiche relative alla violenza tracce che, analizzate in pochissime ore dal Ris di Messina, hanno restituito un “match” positivo coincidente con quello del minore che avrebbe fisicamente violentato la 13enne”. 
    La ragazzina sarebbe stata violentata nei bagni pubblici dei giardini da due degli indagati sotto gli sguardi degli altri cinque. La tredicenne era con il fidanzato di 17 anni che è stato minacciato, bloccato e tenuto lontano. 

   Sono stati disposti accertamenti sui cellulari sequestrati agli indagati. Si cercano contatti ed eventuali video nei loro smartphone e per accertare a quale ‘cella telefonica’ erano agganciati quando è avvenuta l’aggressione. Agli atti delle due inchieste confluiranno anche le immagini registrate dai sistemi di sorveglianza presenti nel giardino comunale e nella zona esterna, anche di privati. Carabinieri del nucleo Investigativo e della Sezione investigazioni scientifiche hanno raccolto anche diverse tracce biologiche per essere poi comparate con il Dna degli indagati.

   Dopo la violenza la ragazzina è stata soccorsa da alcuni passanti: era a terra per il dolore e lo choc, con accanto il suo fidanzato anche lui in lacrime. Ad accorgersi di loro e a prestare i primi aiuti sono stati dei passanti della trafficata via Etnea, in questi giorni affollata anche di devoti di Sant’Agata, Patrona di Catania. Sono stati dei passanti a chiamare i Carabinieri che sono intervenuti per avviare le indagini.

   Sono state aperte due inchieste e sono stati emessi i fermi dalla Procura distrettuale, con il procuratore aggiunto Sebastiano Ardita e il sostituto Anna Trinchillo, e da quella per i minorenni, diretta dalla procuratrice Carla Santocono.

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