La protesta degli agricoltori è alle porte di Roma, mentre mille trattori hanno assediato stamane l’aeroporto di Francoforte, cuore economico dell’Ue. Oltre cento mezzi agricoli hanno invaso il piazzale davanti al casello autostradale di Orte, in provincia di Viterbo, con momenti di tensione con la polizia quando alcuni dimostranti hanno messo in mezzo alla strada enormi balle di fieno, tentando di bloccare nuovamente il traffico: tentativo sventato da un massiccio cordone di forze dell’ordine. Nelle stesse ore altri gruppi si sono spinti coi loro mezzi fino a Formello, a nord della capitale, e a Valmontone.
La protesta dunque non si ferma, anzi. La prossima settimana la stessa capitale sarà teatro di una manifestazione degli agricoltori, come ha promesso il leader del movimento Danilo Calvani: “Siamo appena usciti dalla questura, la manifestazione si farà. Lunedì sera dopo un altro incontro con la questura, comunicheremo la data. In Italia non faremo come a Bruxelles, non l’abbiamo mai fatto. Questo ci ha permesso di arrivare a Roma – ha spiegato – Non ci saranno blocchi, ma sicuramente disagi: ci aspettiamo migliaia di adesioni da tutta Italia”. “Le politiche green sono devastanti per il settore – ha proseguito -. Non tanto come concetto interno ma come politiche che ci impediscono di produrre ma non fermano il libero mercato che porta la merce in Europa. La Coldiretti non ci rappresenta più, questa classe dirigente andrebbe azzerata. Lollobrigida ha fatto governare la Coldiretti, fa le dichiarazioni che fanno loro. Il mondo agricolo però si è ribellato”.
Oltre a Orte, dove da 15 giorni il piazzale davanti all’ingresso all’autostrada è diventato una sorta di quartier generale della mobilitazione, la protesta, che con motivazioni diverse ha già infiammato molti paesi europei, oggi ha toccato mezza Italia: 200 trattori si sono messi in marcia nel Sannio (incontrando, secondo testimoni, anche la solidarietà di molti automobilisti, nonostante i disagi) e manifestazioni più o meno numerose si sono registrate a Orvieto, tra Melegnano e Milano e in Abruzzo, nella zona del Sangro, nel Casertano – con un presidio al casello autostradale di Santa Maria Capua Vetere – e a San Severino Marche.
Ma se la morsa dei trattori è finita in Belgio, dopo il duro assedio a Bruxelles, oggi l’obiettivo numero uno in Europa è stato l’aeroporto di Francoforte, dove diverse centinaia di agricoltori hanno protestato con i loro trattori. A mezzogiorno la polizia parlava di circa 400 mezzi mentre l’associazione dei coltivatori dell’Assia ne ha stimati 1000. Anche se ci sono stati forti disagi per il traffico, gli ingressi ai terminal non sono mai stati bloccati, ha detto la polizia, e la protesta – incentrata soprattutto sulla tassazione del carburante – è stata pacifica. Intanto, la rivolta degli agricoltori europei trova adepti anche in Svizzera: una trentina di contadini al volante dei loro trattori sono confluiti a Ginevra nella piana di Plainpalais dalle campagne attorno la città, mentre 30-40 mezzi agricoli si sono concentrati nel cantone di Basilea.
Obiettivo di entrambe le mobilitazioni: chiedere una giusta retribuzione per il lavoro di chi coltiva la terra e alleva gli animali. Gli agricoltori criticano in particolare i margini della grande distribuzione, tema al centro di accesi dibattiti in Svizzera. In Francia la mobilitazione dei trattori si è placata dopo gli annunci del premier Attal e del presidente Macron sulle nuove misure a sostegno dell’agricoltura, anche se il movimento ha parlato di semplice sospensione. Ma in Belgio, anche dopo la fine delle dimostrazioni a tratti violente, i trattori hanno preso di mira la logistica della grande distribuzione, ostruendo lo scarico e il carico delle merci e mettendo in ginocchio approvvigionamenti e scorte. Una mobilitazione – scrive Le Soir – che lascia gli scaffali dei negozi sempre più vuoti e apre uno scontro con i supermercati, pronti a chiedere l’invio di polizia e ufficiali giudiziari per cacciare i trattori. La protesta, intanto, è sbarcata anche a Malta dove venerdì gli agricoltori hanno manifestato a La Valletta, con una delegazione che è stata ricevuta dal premier Robert Abela.
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