“Stiamo chiedendo di verificare il rispetto dei diritti” di Ilaria Salis. Quello con le manette “è un trattamento riservato in diversi Stati occidentali, noi non lo facciamo. Sin dall’inizio il governo ha fornito tutta l’assistenza possibile”. Così la premier Giorgia Meloni, al termine del consiglio Ue e sul suo incontro con il premier ungherese Viktor Orban. “Anche in Ungheria c’è l’autonomia dei giudici e i governi non entrano nei processi” ma “quello di cui ho parlato col primo ministro ungherese Orban” è “che venga riservato un trattamento di dignità, rispetto e un giusto processo” per Ilaria Salis ha ribadito la premier. “Né io né Orban possiamo entrare oggi nel giudizio che compete la magistratura; posso solo sperare che Ilaria Salis sia in grado di dimostrare la sua innocenza in un processo veloce”. Le immagini di Ilaria Salis in tribunale in catene? “Accade in diversi Paesi, anche occidentali, non è nostro costume, sono certo immagini che impattano, ma in altri Stati sovrani funziona così”. “Il tema della eventuale detenzione in Italia va discusso quando sapremo come andrà il processo. Perché ho sentito molto dibattito in Italia ma devo segnalare che, come in Italia, anche in Ungheria c’è l’autonomia dei giudici quindi i governi non entrano” nelle loro competenze, ha spiegato Meloni sottolineando tuttavia come “mi ha colpito che si sia aperta l’udienza è che sia stata rinviata a maggio, credo che su questo si possa fare qualcosa di più”. “Io posso solo sperare che Salis dimostri la sua estraneità da questa cosiddetta ‘banda del martello’, ovviamente il governo e l’ambasciata garantirà tutta l’assistenza” necessaria all’italiana.
“Io sono stata leader politico di partito che in Ue ha votato contro gran parte delle questioni criticate ora dagli agricoltori. In Italia abbiamo già fatto del nostro meglio ma la politica europea va cambiata, io ho chiesto di fare sforzi maggiori ma un cambio di linea potrà arrivare dopo le elezioni europee sperando prevalga un approccio diverso da quello ideologico visto finora”. Così la premier Giorgia Meloni, al termine del consiglio Ue, valuta la protesta degli agricoltori che oggi ha messo a ferro e fuoco Bruxelles.”Si è sbagliato molto in Europa quando si è sostenuta la sostenibilità ecologica senza appoggiare la sostenibilità sociale – ha detto Meloni -. Certo in Italia abbiamo lavorato, abbiamo portato da 5 a 8 miliardi le risorse del Pnrr per il fondo agricolo, ci siamo impegnati sull’agrisolare, sui contratti di filiera: abbiamo fatto un lavoro che ci viene riconosciuto dagli agricoltori. In alcuni Paesi d’Europa gli agricoltori protestano perché non si sono prorogati i sussidi sul gasolio: noi lo abbiamo fatto”. Sui migranti “chiedevamo più risorse” e ora “ci sono 10 miliardi in più” e “8 sono dedicati alla dimensione esterna”, cioè a “lavorare per prevenire” i flussi migratori. Lo ha detto la premier Giorgia Meloni dopo il Consiglio Ue a Bruxelles.
La premier inoltre si dice soddisfatta per l’accordo raggiunto sui soldi a Kiev. “Non era facile, una soluzione a 26 era un problema, un precedente pericoloso, abbiamo lavorato molto per una soluzione a 27 e siamo molto soddisfatti”. Il partito Fidesz di Viktor Orban nel gruppo Ecr? “E’ un dibattito aperto, ma non è un dibattito di questi giorni, eventualmente è un dibattito che si aprirà dopo le Europee”. Con Orban “ho lavorato cercando di portare a un punto che ci consentisse di non dividere l’Europa in un momento come questo. Perché noi abbiamo altri problemi in Europa, bisogna saper dialogare con tutti e credo che quello che è accaduto nelle ultime ore dimostri, che è quanto ho sempre sostenuto, che non puoi pensare di risolvere i problemi parlando con due o tre persone ma devi avere una capacità di dialogo con tutti”, ha sottolineato Meloni
“Abbiamo un accordo. Tutti i 27 leader hanno concordato un pacchetto di sostegno aggiuntivo di 50 miliardi di euro per l’Ucraina all’interno del bilancio dell’Ue. In questo modo si garantisce un finanziamento costante, a lungo termine e prevedibile per l’Ucraina. L’Ue sta assumendo la leadership e la responsabilità del sostegno all’Ucraina”: ad annunciarlo il presidente del Consiglio Europeo Charles Michel.
Per il premier ucraino, Denys Šmyhal, l’accordo sugli aiuti dell’Ue a Kiev aiuterà a realizzare una “vittoria comune”. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha affermato di essere grato ai leader dell’Ue per aver creato un nuovo strumento da 50 miliardi di euro per il suo Paese. “È molto importante che la decisione sia stata presa da tutti e 27 i leader, il che dimostra ancora una volta la forte unità dell’Ue”, ha affermato. Per Zelensky, “il continuo sostegno finanziario dell’Ue all’Ucraina rafforzerà la stabilità economica e finanziaria a lungo termine, che non è meno importante dell’assistenza militare e della pressione delle sanzioni sulla Russia”.
“Accordo! Il Consiglio europeo ha realizzato le nostre priorità. Sostenere l’Ucraina – ha scritto in un tweet la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen -. Combattere la migrazione illegale. Sostenere la competitività europea. Una buona giornata per l’Europa”.
“Sulla base del rapporto annuale della Commissione sull’attuazione del pacchetto di aiuti per l’Ucraina, il Consiglio Europeo – si legge in un paragrafo delle conclusioni del vertice Ue – terrà un dibattito annuale sull’attuazione stessa con l’obiettivo di dare una guida. Se necessario, fra due anni il Consiglio Europeo inviterà la Commissione a presentare una proposta di revisione nel contesto della revisione del bilancio comunitario”. La formula ha permesso lo sblocco dell’impasse sugli aiuti macrofinanziari a Kiev.
Nell’intesa tra i 27 sul bilancio comune e gli aiuti all’Ucraina è stato aggiunto un passaggio, particolarmente caro a Viktor Orban: un richiamo alle conclusioni del Consiglio europeo di dicembre 2020 sul meccanismo di condizionalità, sulla base del quale Bruxelles ha congelato i fondi per l’Ungheria. Fonti Ue spiegano che, nello specifico, il richiamo fa riferimento al fatto che “le misure previste dal meccanismo dovranno essere proporzionate all’impatto delle violazioni dello Stato di diritto”. In quel testo, inoltre, si disciplina “un equo trattamento” tra i 27 nell’applicazione del meccanismo di condizionalità.
Da Palazzo Chigi, a quanto si apprende, filtra intanto grande soddisfazione per l’accordo raggiunto dal Consiglio europeo straordinario, con un voto unanime inaspettato fino a poche ore prima. Il governo italiano – sottolineano fonti della presidenza del Consiglio – ha avuto un ruolo di primo piano e Giorgia Meloni è stata protagonista in prima persona delle mediazioni che hanno consentito di arrivare alla soluzione che ha messo d’accordo tutti.
Prima dell’inizio del vertice straordinario a Bruxelles, c’è stato un incontro ristretto per provare a convincere Viktor Orban sull’intesa: alla riunione hanno partecipato oltre ad Orban, la presidente della Commissione Ursula von der Leyen, il presidente del Consiglio Ue Charles Michel, la premier italiana Giorgia Meloni, il presidente francese Emmanuel Macron, il cancelliere tedesco Olaf Scholz.
Il vertice è segnato anche dalle proteste degli agricoltori.
“Mi impegnerò per un accordo a 27” sugli aiuti all’Ucraina, aveva detto il cancelliere tedesco Olaf Scholz arrivando al consiglio europeo. “E’ necessario che tutti facciano di più”. Per il premier olandese, Mark Rutte, “c’è un solo spettacolo in città ed è quello di trovare un accordo a 27, inclusa l’Ungheria perché qualsiasi altra soluzione è molto difficile”.
“Non ci sono problemi con la cosiddetta ‘Ukraine fatigue’, ora abbiamo la ‘Orban fatigue’ qui a Bruxelles – aveva detto il premier polacco, Donald Tusk, arrivando al vertice -. Ci sono molti aspetti da risolvere. Quello di cui abbiamo bisogno oggi è di rafforzare la nostra unità sull’Ucraina contro la Russia e la sua politica aggressiva”.
“Al vertice Ue parleremo anche della tremenda situazione umanitaria a Gaza – ha spiegato l’alto rappresentante Josep Borrell arrivando al vertice -: non possiamo punire collettivamente i palestinesi, il lavoro dell’Unrwa non può interrompersi, non c’è altra alternativa se vogliamo mantenere vivi gli abitanti di Gaza”. “Le indagini naturalmente devono proseguire ma non devono essere interrotti i finanziamenti all’Unrwa, l’Ue e la Commissione hanno deciso di non interromperli”, ha precisato.
E c’è stato nuovo colloquio tra Meloni e Orban. L’incontro, a quanto si apprende, è avvenuto all’Europa Building, prima dell’inizio del vertice. I due leader si erano già incontrati nella notte, in un hotel del centro di Bruxelles dove alloggia Meloni.
Ed è stata una notte di trattative: il dossier del bilancio comune è stato oggetto di due incontri chiave, quello tra Orban e la premier Meloni e quello tra il premier ungherese e Emmanuel Macron subito dopo, entrambi durati circa un’ora.