“Abbiamo un accordo. Tutti i 27 leader hanno concordato un pacchetto di sostegno aggiuntivo di 50 miliardi di euro per l’Ucraina all’interno del bilancio dell’Ue. In questo modo si garantisce un finanziamento costante, a lungo termine e prevedibile per l’Ucraina. L’Ue sta assumendo la leadership e la responsabilità del sostegno all’Ucraina”: ad annunciarlo il presidente del Consiglio Europeo Charles Michel.
Per il premier ucraino, Denys Šmyhal, l’accordo sugli aiuti dell’Ue a Kiev aiuterà a realizzare una “vittoria comune”.
“Sulla base del rapporto annuale della Commissione sull’attuazione del pacchetto di aiuti per l’Ucraina, il Consiglio Europeo – si legge in un paragrafo delle conclusioni del vertice Ue – terrà un dibattito annuale sull’attuazione stessa con l’obiettivo di dare una guida. Se necessario, fra due anni il Consiglio Europeo inviterà la Commissione a presentare una proposta di revisione nel contesto della revisione del bilancio comunitario”. La formula ha permesso lo sblocco dell’impasse sugli aiuti macrofinanziari a Kiev.
Nell’intesa tra i 27 sul bilancio comune e gli aiuti all’Ucraina è stato aggiunto un passaggio, particolarmente caro a Viktor Orban: un richiamo alle conclusioni del Consiglio europeo di dicembre 2020 sul meccanismo di condizionalità, sulla base del quale Bruxelles ha congelato i fondi per l’Ungheria. Fonti Ue spiegano che, nello specifico, il richiamo fa riferimento al fatto che “le misure previste dal meccanismo dovranno essere proporzionate all’impatto delle violazioni dello Stato di diritto”. In quel testo, inoltre, si disciplina “un equo trattamento” tra i 27 nell’applicazione del meccanismo di condizionalità.
Prima dell’inizio del vertice straordinario a Bruxelles, c’è stato un incontro ristretto per provare a convincere Viktor Orban sull’intesa: alla riunione hanno partecipato oltre ad Orban, la presidente della Commissione Ursula von der Leyen, il presidente del Consiglio Ue Charles Michel, la premier italiana Giorgia Meloni, il presidente francese Emmanuel Macron, il cancelliere tedesco Olaf Scholz.
Il vertice è segnato anche dalle proteste degli agricoltori.
“Mi impegnerò per un accordo a 27” sugli aiuti all’Ucraina, aveva detto il cancelliere tedesco Olaf Scholz arrivando al consiglio europeo. “E’ necessario che tutti facciano di più”. Per il premier olandese, Mark Rutte, “C’è un solo spettacolo in città ed è quello di trovare un accordo a 27, inclusa l’Ungheria perché qualsiasi altra soluzione è molto difficile”.
“Non ci sono problemi con la cosiddetta ‘Ukraine fatigue’, ora abbiamo la ‘Orban fatigue’ qui a Bruxelles – aveva detto il premier polacco, Donald Tusk, arrivando al vertice -. Ci sono molti aspetti da risolvere. Quello di cui abbiamo bisogno oggi è di rafforzare la nostra unità sull’Ucraina contro la Russia e la sua politica aggressiva”.
“Al vertice Ue parleremo anche della tremenda situazione umanitaria a Gaza – ha detto l’alto rappresentante Josep Borrell arrivando al vertice -: non possiamo punire collettivamente i palestinesi, il lavoro dell’Unrwa non può interrompersi, non c’è altra alternativa se vogliamo mantenere vivi gli abitanti di Gaza”. “Le indagini naturalmente devono proseguire ma non devono essere interrotti i finanziamenti all’Unrwa, l’Ue e la Commissione hanno deciso di non interromperli”, ha precisato.
Intanto c’è stato nuovo colloquio tra Meloni e Orban. L’incontro, a quanto si apprende, è avvenuto all’Europa Building, prima dell’inizio del vertice. I due leader si erano già incontrati nella notte, in un hotel del centro di Bruxelles dove alloggia Meloni.
Ed è stata una notte di trattative: il dossier del bilancio comune è stato oggetto di due incontri chiave, quello tra Orban e la premier Meloni e quello tra il premier ungherese e Emmanuel Macron subito dopo, entrambi durati circa un’ora.