Dopo la sospensione decisa
ieri sera, è ripresa la sessione della Camera dei deputati in
Argentina per l’esame della legge Omnibus presentata dal governo
che, per ottenere il voto favorevole da parte di gruppi del
centro-destra disposti al dialogo, ha accettato numerose
modifiche ed una forte riduzione degli articoli da oltre 600 a
385.
A partire delle 12 (le 16 italiane), dopo gli interventi
straordinari di vari deputati dell’opposizione, sono previste le
dichiarazioni di 140 deputati, per cui è prevedibile che la
discussione si trasformi in una nuova maratona di numerose ore,
al termine della quale si dovrebbe approvare la legge in
generale, per poterla poi esaminare successivamente articolo per
articolo.
Nonostante la sospensione, sono continuati i contatti fra gli
emissari del presidente ultraliberale argentino Javier Milei con
i rappresentanti de PRO di Mauricio Macri, dei radicali (Ucr),
di Hacemos Coalición Federal e di Innovación Federal, per
rimuovere gli ultimi punti di divergenza, soprattutto per quanto
riguarda le privatizzazioni e il numero di deleghe legislative
assegnate all’esecutivo.
Intanto partiti di sinistra, sindacati e movimenti sociali,
culturali, ambientali e a favore dei diritti umani, sono
tornati, come avvenuto ieri con forti tensioni con le forze
dell’ordine, a concentrarsi davanti alla sede del Parlamento
manifestando la loro opposizione alle riforme liberalizzatrici
propugnate da Milei.
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