L’ex presidente della Generalitat
ed eurodeputato Carles Puigdemont non ha intenzione di
rinunciare a presiedere il Consiglio della Repubblica, una sorta
di governo in esilio e “legittimo” della Catalogna, da lui
stesso costituito all’estero dopo essere riparato in Belgio
all’indomani della dichiarazione di indipendenza del 2017. Per
cui l’ex presidente catalano ha annunciato che tornerà a
presentarsi alle elezioni convocate dall’organismo fra il 5 e il
14 febbraio prossimi, informa il Consiglio in un comunicato
ripreso da vari media, fra cui La Vanguardia.
Le elezioni si svolgeranno mediante voto diretto dei circa
100.000 iscritti all’organismo, che ha base a Waterloo, in
Belgio, dove risiede Puigdemont, leader di JuntsXCat, e ha per
obiettivo quello di culminare il processo politico verso la
“Repubblica catalana”, per “eseguire il mandato del referendum
del 1° ottobre” 2017, ovvero la proclamazione unilaterale
dell’indipendenza catalana.
Anche se non ha mai svolto alcuna funzione formale. Un
obiettivo peraltro oggi in contraddizione con i negoziati
condotti da Junts con il Psoe per la legge di amnistia e, prima,
per l’investitura a premier di Pedro Sanchez, che ha sempre
indicato l’ambito costituzionale come linea rossa di negoziato.
Per di più, se sarà approvato il testo della legge di condono
penale per gli indipendentisti, che ieri ha subito una pesante
battuta di arresto e tornerà in Commissione Giustizia del
Congresso, dopo il ‘no’ di Junts al testo concordato con il
Psoe, Puigdemont potrebbe tornare in patria, svuotando
l’esecutivo ‘in esilio’ di ogni utilità.
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