In Argentina, governatori e
parlamentari che ieri avevano raggiunto un accordo con
l’amministrazione di Javier Milei, per approvare la cosiddetta
legge Omnibus promossa dal presidente ultraliberale, oggi sono
nuovamente sul piede di guerra dopo che l’intesa è stata
bocciata dall’entourage ristretto del presidente.
Le trattative sono di nuovo nel caos, l’analisi del mega
disegno di legge potrebbe slittare ancora, mentre il ministro
dell’Interno Guillermo Francos e il presidente della camera dei
Deputati, Martin Menem sono in bilico.
Il casus belli riguarda ora i tagli alle spese delle province
su cui Francos aveva raggiunto un equilibrio. Il ministro aveva
promesso di consegnare alle province il 30% di quanto ricavato
dalla tassa Pais (Tassa per un’Argentina inclusiva e solidale),
una gabella creata dalla precedente amministrazione di Alberto
Fernández (Peronismo, centrosinistra), che pone imposte
sull’acquisto di dollari o spese in valuta estera, anche online,
come l’abbonamento Netflix.
“Avevamo raggiunto un’intesa, avevamo concordato che 150
miliardi di pesos al mese arrivassero ai fondi provinciali
(circa 140milioni di dollari, il 30% degli introiti
dell’imposta, ndr), ma ore dopo dalla Casa Rosada hanno detto di
no. Tutto è tornato indietro. Non ci sono interlocutori validi,
negoziamo una cosa e dopo un po’ salta”, ha detto all’Ansa uno
dei parlamentari che hanno preso parte alle trattative.
“La Presidenza sul suo profilo X ribadisce che la Tassa
Pais e il resto del pacchetto fiscale, precedentemente incluso”
nella Omnibus e poi ritirato “saranno discussi più avanti”.
In pratica si tratta anche di un disconoscimento del
ministro dell’Interno, che secondo esperti analisti politici
cammina sull’orlo delle dimissioni, così come il presidente
della camera dei Deputati, Martín Menem – nipote dell’ex
presidente Carlos Menem -, che in molti vedono vicino dal
compiere un passo indietro.
Mentre proseguono le discussioni, non è ancora chiaro se la
legge Omnibus sarà sul tavolo del Congresso domani.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA