BRUXELLES – “Non posso dire se ci sarà un accordo” sulla revisione del bilancio. “La situazione è difficile, le posizioni sono poco flessibili”. Lo spiega un alto funzionario Ue in vista del vertice dei 27 sulla revisione del bilancio e gli aiuti all’Ucraina. Su eventuali passi successivi nei confronti dell’Ungheria, la stessa fonte sottolinea che “l’obiettivo è trovare una soluzione a 27 e, sugli aiuti all’Ucraina, c’è comunque un impegno dei 26 Paesi membri”.
In un’intervista al quotidiano francese Le Point, il premier ungherese, Viktor Orbán ha detto che l’Ungheria è pronta a “far parte della soluzione a 27” a condizione che venga garantito che “ogni anno decideremo se continuare a inviare questo denaro o meno”. “Non si tratta di ricattare con il veto, ma di ripristinare e mantenere l’unità dell’Unione europea”, ha spiegato il primo ministro, ammettendo tuttavia che “la situazione è difficile”. Alla domanda se la premier Giorgia Meloni sostiene la proposta ungherese, Orbán ha ammesso: “No, siamo soli. Per noi è una questione di principio, ma per gli altri 26 paesi è una questione di potere”. Il primo ministro ha poi bollato come “una sorta di manuale di ricatto” il piano dell’Ue rivelato dal ‘Financial Times’ per indebolire l’economia ungherese nel caso in cui Orban continui a porre il veto sugli aiuti all’Ucraina. “Abbiamo tutti una certa esperienza in politica internazionale. Non siamo usciti dall’asilo. Se il ‘Financial Times’ pubblica un documento che descrive nel dettaglio uno scenario di blocco finanziario dell’Ungheria e di ricatto nei nostri confronti, possiamo essere certi che esiste”, ha commentato il premier. Tornando all’Ucraina, infine Orban ha indicato in Donald Trump l’unico leader in Europa o in America “abbastanza forte da fermare la guerra”.