Mattarella “con tutto il rispetto signora non è il mio presidente”: parole dette da un carabiniere a una dei manifestanti pro Palestina scesi in strada a Milano sabato scorso, nonostante i divieti, e immortalate in un video di Localteam hanno scatenato polemiche e una bufera sul militare. L’Arma ha deciso il trasferimento immediato a un incarico non operativo e la Procura di Milano, in attesa di un’informativa, aprirà un fascicolo. Ora il carabiniere, un maresciallo capo, chiede scusa. Ma nel video nel breve colloquio con la manifestante, Franca Caffa, già consigliera comunale del Prc, classe 1929, fondatrice del comitato inquilini Molise-Calvairate-Ponti, le sue parole a proposito di Mattarella vengono reiterate. Caffa aveva chiesto al carabiniere se sapeva cosa aveva detto il presidente, ovvero che Israele non dovrebbe negare al popolo palestinese il diritto a uno Stato. “Dalla risposta sono rimasta sconcertata”, ha poi raccontato Caffa, che manifesterà anche sabato prossimo perché “si tratta di volere politiche giuste”. L’anziana, in prima fila per essere “testimone nel caso di manganellate”, non si è data per vinta e, davanti a quelle parole contro il Capo dello stato, ha incalzato il carabiniere: “di che Paese è?”. Il militare a quel punto è stato più chiaro sul punto: “Non l’ho votato, non l’ho scelto io, non lo riconosco”. Sul momento Franca Caffa non ha replicato ma ha continuato a chiedersi “perché si è azzardato a dire così? Anche se non è d’accordo nel modo di Mattarella di fare il presidente, e questo è legittimo, resta il fatto che è il presidente di tutti”. Il carabiniere ormai, trasferito, oltre a scusarsi spiega: “Mattarella è il mio simbolo -dice- Mi sono ritrovato a dire una frase stupida e non pensata veramente ma la mia priorità era togliere una signora anziana da problemi causati da eventuali cariche”. Chi lo conosce, dice Antonio Tarallo, segretario generale dell’Unione sindacale italiana carabinieri, lo descrive come “un burlone che potrebbe aver pronunciato quelle parole con troppa superficialità, quindi bisogna capire se credeva in quello che ha detto oppure se fosse un modo per tagliare corto con i manifestanti”. In ogni caso si è trattato di un episodio “grave” per il sindaco di Milano Giuseppe Sala. “Nessuno di noi che lavora per le istituzioni e che si sente istituzione, il sindaco quindi ma anche un carabiniere, può permettersi di dire una cosa del genere. Oltretutto – ha sottolineato – rispetto a un presidente come Mattarella, che in questi anni ha dimostrato una fermezza, una capacità e una lucidità straordinarie e fondamentali per questo Paese”. “Parolo gravissime” secondo Debora Serracchiani, un fatto “inconcepibile” per il il senatore Pd Graziano Del Rio. Il senatore di Alleanza Verdi e Sinistra Tino Magni ha invece annunciato che chiederà al ministro della Difesa Guido Crosetto di intervenire ma il Comando dell’Arma ha già fatto sapere che disporrà il trasferimento “immediato” a un incarico non operativo del militare e ha annunciato che nei suoi confronti saranno presi “tutti i provvedimenti necessari anche di natura disciplinare”. Nel frattempo ha interessato della cosa la magistratura. È stato informato direttamente il procuratore di Milano Marcello Viola. Si aspetta adesso una informativa dei carabinieri e verrà analizzato il video. Poi sarà iscritto il fascicolo a carico del carabiniere. Si può ipotizzare al momento il reato di “offesa all’onore o al prestigio del presidente della Repubblica”, ma i pm dovranno fare valutazioni esaminando tutto il materiale. “Mi dispiace per quest’uomo. Ma le sue parole – ha concluso Caffa – non mi sono sembrate dalla parte del popolo, hanno mostrato una mancanza di coscienza. Mi han fatto cascare le braccia”.
La manifestante: ‘Sconcertata dalle parole del carabiniere’
E’ rimasta “sconcertata” Franca Caffa quando il carabiniere, a cui si era rivolta durante la manifestazione pro Palestina di sabato scorso a Milano, le ha detto che “Mattarella non è il mio presidente”: “Perché si è azzardato a dire così? Anche se non è d’accordo nel modo di Mattarella di fare il presidente, e questo è legittimo, resta il fatto che è il presidente di tutti”, spiega all’ANSA l’ex consigliera comunale del Prc, classe 1929, fondatrice del comitato inquilini Molise-Calvairate-Ponti, che a Sant’Ambrogio ha ricevuto dal comune l’attestato di Civica benemerenza.
In piazza è scesa perché “si tratta di volere politiche giuste”, anche “in coerenza con la tragica vicenda della persecuzione degli ebrei” che ora “non va ripetuta a danno dei palestinesi. Nel giorno della memoria, siamo coerenti con la memoria: basta persecuzioni”. Per questo assicura che sarà in corteo anche sabato prossimo e per questo il 27 gennaio si è messa in prima fila davanti al cordone delle forze dell’ordine e ha iniziato a parlare con loro. “Ho stabilito un certo rapporto con loro, di colloquio. Ho pensato che si potesse parlare e provare a ragionare. E credo che abbia funzionato. Ho persino accarezzato uno di loro”, dice sottolineando che “uno solo” le ha risposto prendendo le distanze dal Capo dello Stato. “Mi dispiace per quell’uomo – conclude senza commentare il suo trasferimento annunciato dall’Arma – Forse il mio modo di propormi per un colloquio aperto gli ha fatto effetto”.
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