Il ministro degli Esteri Antonio Tajani, in visita nella regione, ha incontrato questa mattina a Gerusalemme i presidente israeliano Isaac Herzog. L’incontro, secondo quanto si è appreso, è durato 35 minuti e si è discusso della guerra a Gaza e della conseguente situazione internazionale. Tajani incontrerà successivamente il ministro degli Esteri, Israel Katz, e il ministro del Gabinetto di guerra, Benny Gantz. Previsto per il responsabile della Farnesina anche l’incontro con il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, oggi a Gerusalemme. Lo si è appreso da fonti Ufficiali. “Sosteniamo con forza le azioni del governo israeliano contro le organizzazioni terroristiche e parallelamente vogliamo affrontare con i nostri amici israeliani la preparazione per un ritorno al confronto politico e diplomatico”. Lo ha detto il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, incontrando a Gerusalemme il presidente Isaac Herzog. “Dopo le operazioni militari a Gaza – ha aggiunto – bisognerà individuare immediatamente un percorso politico per evitare che gli attuali scontri” si ripetano e si allarghino nella regione. Bisogna avviare “un percorso politico che inevitabilmente dovrà portare” alla formula della soluzione a 2 Stati.
Nel corso dell’incontro Tajani ha espresso “ancora una volta la sua indignazione per l’attacco di Hamas del 7 ottobre alla popolazione civile israeliana attorno a Gaza” e ha confermato la richiesta del governo italiano a quello israeliano “di tutelare in ogni modo le vite dei civili palestinesi durante le operazioni militari”. Tra gli argomenti affrontati con il capo dello Stato israeliano, il ministro Tajani ha evocato “la necessità della tutela dei cristiani, sia dei pochi rimasti a Gaza sia dei cittadini arabi cristiani presenti in Cisgiordania”.
Il ministro degli Esteri ha anche ribadito che “nel Sud Libano è importante mantenere una distanza di sicurezza fra l’esercito di Israele e le formazioni militari di Hezbollah”. Ed ha annunciato che di questi temi e delle “richieste ricevute dal governo libanese” nella sua visita ieri nel Paese dei cedri, parlerà con la dirigenza israeliana oggi a Gerusalemme. “Il negoziato – ha aggiunto – deve procedere nonostante questa fase di guerra a Gaza, vogliamo dare un messaggio a tutte le parti coinvolte in questo scenario: non c’è alternativa ad un percorso di pace, da avviare immediatamente”.
Sale a 12 il bilancio delle vittime dell’attacco al rifugio dell’Onu
Il bilancio delle vittime dell’attacco di ieri al rifugio della Unrwa a Khan Yunis a Gaza è salito a 12, secondo una dichiarazione di Thomas White, il vicecoordinatore umanitario per i territori palestinesi occupati. Lo riporta il Guardian. White ha detto che un certo numero di missioni per raggiungere i morti e i feriti sono state negate, senza dire direttamente che i tentativi sono stati bloccati da Israele. Ha detto che le squadre delle Nazioni Unite sono riuscite a raggiungere il sito solo la sera. Altre 75 persone sono rimaste ferite, di cui 15 in condizioni critiche. Israele ha negato la responsabilità dell’attacco, in cui due colpi di carro armato hanno colpito un centro di addestramento dell’Unrwa.
Dal Qatar una nuova proposta di tregua, ma la destra israeliana accusa Doha
Il Qatar ha inviato a Israele e Hamas una nuova proposta d’accordo per un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza, riferisce Bloomberg citando fonti vicine ai negoziati. Il piano prevedrebbe il rilascio di tutti gli ostaggi detenuti dal movimento islamista, in cambio della liberazione di un certo numero di prigionieri palestinesi. Il documento affermerebbe inoltre che la quantità di aiuti umanitari consegnati all’enclave dovrebbe essere aumentata.
“Il Qatar sostiene e finanzia il terrorismo, protegge Hamas ed è in gran parte responsabile del massacro di cittadini israeliani commesso” dal movimento islamista palestinese: è l’accusa del ministro delle Finanze israeliano d’estrema destra Bezalel Smotrich. In un post sul suo account X, Smotrich ha risposto così ai commenti del portavoce del Ministero degli Esteri qatariota Majed Al Ansari, che ha affermato come Doha sia “sconvolto” dalle osservazioni attribuite al premier israeliano Benjamin Netanyahu secondo cui i suoi sforzi di mediazione di Doha sarebbero “problematici”.
Monito americano a Israele dopo la strage nel centro per i rifugiati a Gaza
Gli Stati Uniti “sostengono fermamente il diritto a difendersi contro i terroristi di Hamas che si nascondono tra la popolazione civile, ma Israele mantiene la responsabilità di proteggere i civili e i siti umanitari”. Lo ha detto la portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale americano Adrienne Watson. “Siamo seriamente preoccupati per le notizie di attacchi che hanno colpito una struttura dell’Agenzia dell’Onu per i rifugiati palestinesi (Unrwa), con conseguenti segnalazioni di incendi nell’edificio, in un quartiere nel sud di Gaza dove si sarebbero rifugiati più di 30 mila palestinesi sfollati”, si legge in una nota della Casa Bianca.
“Anche se non disponiamo ancora di tutti i dettagli su quanto accaduto e continueremo a cercare ulteriori informazioni sugli incidenti di oggi – prosegue il testo – la perdita di ogni vita innocente è una tragedia. Questo conflitto ha già provocato la morte e il ferimento devastanti di decine di migliaia di civili palestinesi, e piangiamo ogni singola vita civile che è andata perduta. È straziante vedere i bambini uccisi, feriti e resi orfani”.
Le forze di difesa israeliane (Idf) stanno indagando sull’attacco al rifugio dell’Unrwa a Khan Yunis, che ha provocato 9 morti e 75 feriti, ma aggiungono di avere il sospetto che la strage sia stata provocata da un razzo lanciato da Hamas. Lo scrive Times of Israel. Secondo Thomas White, direttore a Gaza dell’agenzia dell’Onu per gli aiuti ai profughi palestinesi, l’edificio che ospita 800 persone è stato colpito da “due proiettili anticarro”. Invece, dopo un esame approfondito dell’attività delle forze di terra, “l’Idf ha ora escluso che l’incidente sia stato provocato da un
raid aereo o dal fuoco di artiglieria israeliani” e sta quindi “esaminando la possibilità che a colpire sia stato il fuoco di Hamas”. Times of Israel ricorda che in quella zona i soldati israeliani sono stati esposti dal fuoco di razzi e mortai.
Palestinese ucciso durante scontri con l’esercito in Cisgiordania
Un palestinese e’ stato ucciso oggi nella zona di Jenin (Cisgiordania) nel corso di una operazione dell’esercito israeliano. Lo riferisce la agenzia di stampa ufficiale palestinese Wafa. Fonti locali precisano che si tratta di Wissam al-Hashan, un palestinese che in passato aveva scontato un periodo di reclusione in Israele. In precedenza si era appreso che nella localita’ di Bir el-Basha (Jenin) reparti militari avevano stretto d’assedio un edificio e compiuto numerosi arresti. L’esercito non ha ancora fornito una propria versione dell’episodio.
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