Sostenitori dell’ex presidente
della Bolivia, Evo Morales, hanno annunciato per mercoledì
l’avvio di proteste con blocchi stradali in tutto il Paese
contro la continuità in carica dei magistrati del Tribunale
Costituzionale Plurinazionale (Tcp) e per la convocazione delle
elezioni della magistratura.
Al centro della disputa è il fatto che il mandato del Tcp è
scaduto a gennaio ed è stato prorogato dal governo di Luis Arce
senza che si siano svolte nuove elezioni come esige la
costituzione.
Si tratta della corte che ha decretato a un giorno dalla
scadenza del suo mandato l’incostituzionalità di una nuova
candidatura di Morales.
Il leader del Movimento al Socialismo si sente da tempo
tradito dal governo del suo ex delfino e attuale presidente,
Luis Arce, e vorrebbe ripresentarsi alle presidenziali per un
eventuale quarto mandato.
La Costituzione del 2009, ha introdotto elezioni ogni sei
anni per eleggere le massime autorità della Giustizia, tra le
quali quelle del Tcp, della Corte Suprema (Tsj), dei Tribunali
Agroambientali, e del Consiglio della Magistratura, con
candidati preselezionati dai due terzi della Legislatura.
Le nuove elezioni si sarebbero dovute tenere a dicembre del
2023, ma il processo di preselezione dei candidati è stato
bloccato in Parlamento obbligando a estendere il mandato dei
giudici in carica.
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