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Unione Europea

Scandalo “qatargate”, parla Kaili: “Nessuna prova su di me, il caso è un’indagine politica”

BRUXELLES – “Credo in questa indagine ci siano state delle palesi violazioni della legge europea, mancano del tutto la presunzione di innocenza e l’imparzialità dei magistrati: sono emersi legami dei giudici con la massoneria, conflitti di interesse, non ci sono state le garanzie che esistono in Italia”. Lo ha affermato l’ex vicepresidente del Parlamento europeo, Eva Kaili, coinvolta nell’inchiesta sul caso cosiddetto “Qatargate”, in un’intervista a Quarta Repubblica che andrà in onda stasera su Retequattro.

“Qui c’è stata e c’è solo la presunzione di colpevolezza, dimostrerò la mia innocenza, ed emergerà come non ci sono prove delle accuse che mi rivolgono”, ha aggiunto. Accusata dalla procura di Bruxelles di essere al centro di una presunta rete di corruzione in seno al Parlamento europeo gestita dall’ex eurodeputato pentito Pier Antonio Panzeri, l’eurodeputata greca ha trascorso sei mesi in detenzione preventiva tra carcere e arresti domiciliari prima di essere liberata con condizioni. Una sorte simile è toccata anche al compagno Francesco Giorgi, ex braccio destro di Panzeri.

“Per farmi pressione i primi giorni mi hanno detto che mia figlia sarebbe stata affidata ai servizi sociali, tutto questo per portarmi a confessare qualcosa che non ho commesso“, ha spiegato Kaili, denunciando anche il duro regime di carcere preventivo. “È inaccettabile che tali violazioni dei diritti accadano nel cuore dell’Europa”, ha attaccato la politica ellenica. “Ho chiesto di essere sentita al Parlamento europeo, ma questo non è ancora accaduto e credo che sia giusto che prima delle elezioni europee i cittadini sappiano cosa è accaduto”, ha detto ancora.

Kaili si è soffermata anche sul ruolo del giudice istruttore Michel Claise, costretto a fare un passo indietro per sospetto conflitto di interessi dopo l’emergere di un legame commerciale tra il figlio e quello dell’eurodeputata – più volte accostata al caso ma non indagata – Maria Arena, co-azionisti di una società di cannabis legale. Nei giorni scorsi Claise ha annunciato la sua candidatura alle elezioni politiche in Belgio. “Penso che di fronte a un magistrato che ha dimostrato di avere delle ambizioni politiche, che si è dovuto ritirare per un conflitto di interesse e che ha condotto tutto il caso in questo modo, si debbano sollevare in tutti i cittadini delle serie domande su tutta l’inchiesta Qatargate”, ha detto l’eurodeputata.

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