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Unione Europea

La presidenza belga del Consiglio Ue sulla ratifica della riforma del Mes: “È la prima opzione per l’Italia”

BRUXELLES – “La prima opzione resta che l’Italia ratifichi la riforma del Mes, è lo scenario maggiormente preferibile: ho ascoltato le parole della presidente Meloni sulla riapertura del dibattito sul backstop del Mes, mi sembra difficile che accada”. Lo ha sottolineato il ministro delle Finanze belga, Vincent van Peteghem, incontrando un gruppo di media internazionali, tra i quali l’ANSA, sui principali dossier della presidenza di turno dell’Ue cominciata il 1° gennaio scorso.

“Visto che il backstop del Mes non è disponibile è importante andare avanti sulla riforma per la gestione delle crisi bancarie e l’assicurazione dei depositi (Cmdi, ndr)”, ha aggiunto il ministro.

Sulla riforma del Patto di stabilità e crescita, il ministro ha dichiarato che “l’obiettivo è finire i triloghi sulla nuova governance economica entro marzo“. “Nella Plenaria di gennaio l’Eurocamera approverà la sua posizione negoziale, poi inizieranno i triloghi: sappiamo quanto è stato difficile trovare un accordo all’interno del Consiglio Ue, il negoziato è delicato ma sia tra i Paesi membri sia nel Parlamento europeo c’è la consapevolezza che l’intesa è necessaria, ne va dell’affidabilità del sistema finanziario comunitario”, ha spiegato.

Interpellato sulla revisione del bilancio pluriennale di cui i leader discuteranno durante il Vertice straordinario del 1° febbraio “la prima opzione è che sulla revisione del bilancio comune si arrivi ad una intesa a 27, ma c’è un piano B” ha detto il ministre delle Finanze. L’Ungheria ha posto il veto sul nuovo schema e quindi anche sull’assistenza finanziaria da 50 miliardi a favore dell’Ucraina. Il tema sarà già sul tavolo della riunione di mercoledì dei rappresentanti permanenti dei 27 (Coreper II). “Sarà un appuntamento importante per capire come lavorare”, ha osservato il ministro belga. Sui contenuti di un eventuale piano B per arrivare ai fondi per l’Ucraina aggirando il veto di Orban si è limitato a dire che “un piano a B senza l’Ungheria è un piano che vede la partecipazione di 26 Paesi membri”.

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