BRUXELLES – Un fondo da 500 milioni di euro dal bilancio Ue per co-finanziare la produzione di munizioni, nuove procedure di autorizzazione più snelle e la possibilità di utilizzare anche parte delle risorse della politica di coesione per i progetti nazionali. Sono le novità principali contenute nel nuovo “Act in support of ammunition production (Asap)”, il piano proposto oggi dalla Commissione europea per aumentare la produzione di munizioni in Europa portandola a un milione di pezzi all’anno.
Il nuovo piano “contribuirà a fornire più munizioni all’Ucraina per difendere i suoi cittadini e rafforzerà anche le nostre capacità di difesa europee”, ha affermato la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, evidenziando che l’iniziativa mobiliterà, insieme agli Stati membri, “un ulteriore miliardo di euro per potenziare le capacità in tutta Europa”.
“L’Ucraina sta resistendo eroicamente al brutale invasore russo e noi manteniamo la nostra promessa di sostenere l’Ucraina e il suo popolo, per tutto il tempo necessario“, ha continuato, insistendo sulla necessità per i soldati ucraini di ricevere “attrezzature militari sufficienti per difendere il loro Paese”. L’Europa, ha ricordato, “sta rafforzando il suo sostegno su tre assi” fornendo in primo luogo a Kiev “munizioni aggiuntive dai loro stock esistenti, con il nuovo sostegno del Fondo europeo per la pace di 1 miliardo di euro”.
“In secondo luogo, insieme agli Stati membri, acquisteremo congiuntamente più munizioni per l’Ucraina e metteremo a disposizione un ulteriore miliardo di euro per questo, e oggi stiamo affrontando il terzo pilastro della strategia: aumentare e accelerare la produzione industriale di munizioni per la difesa in Europa”.
Il commissario Ue per il Mercato interno, Thierry Breton, ha affermato che “i Paesi membri che lo desiderano potranno utilizzare parte dei fondi del Pnrr” allo scopo. Il Recovery fund “è stato specificatamente costruito per tre principali azioni: la transizione verde, la transizione digitale e la resilienza. Intervenire puntualmente per sostenere progetti di industriali che vanno verso la resilienza, compresa la difesa, fa parte di questo terzo pilastro”, ha evidenziato il commissario.
“Anche noi della Commissione incoraggiamo gli Stati membri ad arrivare al 2% del Pil per la difesa: dobbiamo adattarci a questa nuova configurazione geopolitica e dobbiamo approvare quanto prima questo pacchetto legislativo per permettere all’industria della difesa europea, che ha mantenuto la capacità produttiva, di fabbricare almeno 1 milioni di munizioni all’interno dell’Ue”, ha continuato Breton. Lo sforzo è necessario “non solo per aiutare l’Ucraina ma per rafforzare la sicurezza collettiva di tutta l’Europa: se contiamo l’Ucraina abbiamo 4 mila chilometri di frontiere con la Russia”.
“Con la nostra proposta supportiamo la produzione in Europa ma non mettiamo limitazioni alle catene di approvvigionamento“, ha poi precisato il commissario, sgomberando il campo dalle polemiche. “Il settore industriale vuole aumentare la capacità produttiva ma per farlo serve cambiare dei parametri, passare a una modalità di economia di guerra e siamo ben lungi da avere quello che serve”, ha aggiunto. “Ecco perché dobbiamo anche rafforzare le catene di approvvigionamento, compresi polveri ed esplosivi: tutti i membri dell’alleanza per l’Ucraina non hanno sufficiente capacità di produzione per le munizioni, compresi gli Usa e altri”.