BRUXELLES – “Kuleba ha usato parole molto forti nel corso del suo intervento al Consiglio Esteri Ue, era furioso“. È quanto rivela una fonte ben informata a proposito della reazione del ministro degli Esteri ucraino ai ritardi sulla decisione di approvare il secondo pilastro del piano Ue sulle munizioni a causa della posizione francese. Stando alla fonte, Kuleba si è lamentato anche per “la bassa quantità di munizioni” ricevute sinora attraverso il primo pilastro del piano nonché per la mancanza di missili a lungo raggio, definiti cruciali per poter procedere con la controffensiva.
La Francia, confermano diverse fonti, ha posto con grande forza la richiesta che il sostegno finanziario alla capacità di produzione, nonché il rimborso previsto dal Fondo Europeo per la Pace ai pezzi prodotti per Kiev, venga garantito solo per quelle aziende che “producono in Europa”. “Su questo principio tutti sono d’accordo”, rivela la fonte. Parigi avrebbe però posto anche un vincolo sulla catena del valore, che doveva essere interamente europea. Qui si è aperto lo scontro. Ora pare che la libertà per le aziende di poter approvvigionarsi su mercati extra-europei sia stato riaffermato e che la difficoltà stia solo nel “tradurre a livello giuridico” l’accordo trovato.
Su Twitter il ministro ucraino ha detto di aver ringraziato i partner dell’Ue per l’assistenza già fornita. “Li ho anche esortati ad adottare al più presto le nuove decisioni necessarie, non ci sono scorciatoie per la pace, a meno che l’esercito russo non venga sconfitto: verrà il momento dei guanti bianchi diplomatici, ma prima dobbiamo fornire abbastanza proiettili per le mani stanche e unte dei nostri artiglieri“.
“Capisco chi vuol vedere prosperare l’industria militare europea e infatti ne abbiamo bisogno, ma se tardiamo, l’Ucraina potrebbe non spingersi con successo come potrebbe fare con il nostro aiuto”. Accelerare nella consegna delle munizioni a Kiev “è il fattore principale cui dovremmo guardare“, ha detto il ministro degli Esteri lituano Gabrielius Landsbergis prima della riunione svoltasi a Lussemburgo. La fornitura di munizioni all’Ucraina, ha aggiunto, “non è solo un impegno politico, già adottato all’ultimo Consiglio, ma è anche un messaggio politico” all’Ucraina “molto forte e molto importante” sul “nostro continuo sostegno militare” che va al di là della “controffensiva in corso”.
Prima di entrare la riunione l’alto rappresentante per gli Affari esteri Josep Borrell ha ammesso che “sul secondo pilastro del piano munizioni per l’Ucraina ci sono ancora disaccordi“. “Ma tutti capiscono che siamo in una situazione complicata e spero che entro pochi giorni si arrivi a un’intesa”, ha aggiunto.