LUSSEMBURGO – “Il Consiglio affari esteri inizierà a parlare di Cina, per ricalibrare la nostra posizione, probabilmente in vista del Consiglio Europeo di giugno. Come procediamo alla ricalibrazione? Dobbiamo continuare a discutere perché si tratta di una delle più importanti questioni di politica estera”. Lo ha detto l’alto rappresentante della politica estera Ue Josep Borrell arrivando al Consiglio Ue dei ministri degli Esteri che si sta svolgendo a Lussemburgo, precisando che “ci sarà una forte presa di posizione per chiedere un chiarimento alle parole dell’ambasciatore cinese“.
“La Cina è un interlocutore ma deve rispettare la nostra posizione, deve rispettare l’Unione Europea e ogni singolo Stato membro, ed è un Paese chiave: abbiamo bisogno che spinga la Russia a lasciare l’Ucraina, ma sono in disaccordo con l’ambasciatore cinese a Parigi”, ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani prima della riunione.
La Lituania, la Lettonia e l’Estonia hanno convocato per oggi gli ambasciatori cinesi accreditati presso i loro rispettivi governi dopo le frasi dell’inviato di Pechino a Parigi che ha messo in dubbio la sovranità dei Paesi ex sovietici. “Chiederemo chiarimenti, per sapere se la posizione della Cina è cambiata riguardo all’indipendenza, e per ricordare loro che non siamo Paesi post-sovietici ma Paesi che sono stati illegalmente occupati dall’Unione sovietica”, ha spiegato il ministro lituano Gabrielius Landsbergis.
“È un fenomeno nuovo, che non abbiamo visto prima” ma che “ci ricorda quanto accaduto con l’Ucraina quando la propaganda di Mosca ne ha messo in discussione la sovranità e l’integrità territoriale”, ha spiegato Landsbergis. “È una narrazione che abbiamo ascoltato dalla Russia e che ora viene utilizzata da un altro Paese suo alleato, se non sul piano militare, almeno su quello politico” ha aggiunto il ministro, tracciando un parallelo tra i messaggi inviati da Mosca e Pechino. “È molto pericoloso di questi tempi”, ha detto. “Non ci fidiamo della Cina come possibile mediatore” per porre fine alla guerra in Ucraina, poiché, ha concluso, “ha scelto una parte e quella parte è la Russia”.
L’ambasciata cinese in Francia ha rimosso la trascrizione dell’intervista rilasciata dall’ambasciatore Lu Shaye venerdì sera in tv. Davanti ai giornalisti il diplomatico metteva in dubbio l’indipendenza degli Stati dell’ex Unione Sovietica: osservazioni che hanno suscitato polemiche e rabbia in tutta Europa.
L’ambasciata aveva inizialmente pubblicato l’intera trascrizione dell’intervista – sia in cinese, sia in francese – sul suo account ufficiale sul social cinese WeChat questa mattina. A mezzogiorno (ora di Pechino), tuttavia, la trascrizione era stata rimossa, con il messaggio: il contenuto “è stato cancellato dall’autore”. L’intervista non è stata pubblicata sul sito ufficiale dell’ambasciata a Parigi, tuttavia il video integrale dell’emittente francese Lci è tuttora presente sull’account Twitter della stessa sede diplomatica.
Le dichiarazioni dell’ambasciatore cinese a Parigi Lu Shaye che venerdì ha messo in dubbio la sovranità dei Paesi ex sovietici, Ucraina inclusa, “sono inaccettabili. Nell’incontro di oggi con il ministro del Commercio della Cina Wang Wentao solleverò il tema per avere un chiarimento”, ha detto il vicepresidente della Commissione europea Valdis Dombrovskis a un evento organizzato dal Bruegel a Bruxelles.
I giudizi dell’ambasciatore cinese in Francia, Lu Shaye, che venerdì in tv ha messo in dubbio la sovranità dei Paesi ex sovietici, “non erano una dichiarazione politica, ma un’espressione di opinioni personali in un dibattito televisivo”. Pertanto, si legge in una nota della rappresentanza diplomatica, “non dovrebbero essere sovrainterpretate e la posizione della Cina sulle questioni rilevanti non è cambiata“. Sulla sovranità territoriale, “la posizione della parte cinese è coerente e chiara” e rispetta “la sovranità, l’indipendenza e l’integrità territoriale di tutti i Paesi e sostiene gli scopi e i principi della Carta dell’Onu”
Dopo la dissoluzione dell’Urss, la Cina è “stata uno dei primi Paesi a stabilire relazioni diplomatiche” con le ex repubbliche sovietiche, lavorando da allora sempre allo sviluppo delle “relazioni bilaterali amichevoli e di cooperazione basate sui principi del rispetto reciproco e dell’uguaglianza”. La parte cinese, ha concluso la nota, “rispetta lo status di Paesi sovrani delle repubbliche nate dopo la dissoluzione dell’Unione Sovietica: sulla questione dell’Ucraina, la posizione della Cina è coerente e chiara ed è disponibile a continuare a lavorare con la comunità internazionale per dare il proprio contributo alla soluzione politica della crisi“.