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Unione Europea

Von der Leyen: “Vogliamo sgombrare il campo con Pechino dai fraintendimenti”

BRUXELLES – “Girare le spalle alla Cina non è opportuno e non è nel nostro interesse, l’Europa deve remare verso una eliminazione dei rischi che caratterizzano le relazioni con Pechino ma senza disimpegnarsi”. Lo ha detto la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen intervenendo in un dibattito sulle relazioni tra Ue e Cina all’Eurocamera. “Il partito comunista cinese ha messo da parte la politica che ha caratterizzato il Paese negli ultimi anni, come nel caso di Taiwan”, ha spiegato von der Leyen rimarcando la necessità di una “strategia Ue” e sottolineando come “non dobbiamo chiudere occhi neanche sulle violazione dei diritti”.

Parlando del viaggio fatto a Pechino con il presidente francese Emmanuel Macron, la presidente dell’esecutivo europeo lo ha definito “necessario perché ci ha dato la possibilità di parlare con Xi Jinping sulle grandi tematiche globali come la riduzione del debito o la transizione climatica e ci ha dato la possibilità di recapitare il nostro messaggio; abbiamo voluto sgombrare il campo da fraintendimenti”.

“Quello che ho detto a Pechino è che non vogliamo eliminare i legami in termini di commercio e società ma è importante rivedere le nostre relazioni orientandole a trasparenza, prevedibilità e reciprocità”, ha sottolineato. “Vogliamo che la Cina rispetti la parità di condizioni nell’accesso delle nostre aziende, e rispetti la trasparenza nella proprietà intellettuale: ecco perché la parte cruciale della nostra strategia sulla Cina è orientata sulla riduzione del rischio“, ha poi ha giunto.

L’Ue deve essere “assertiva nell’uso degli strumenti per la sua sicurezza commerciale ed esaminare la necessità di mettere in campo nuovi strumenti per vedere se ci sono lacune che consentano fuoriuscite non opportune”, ha dichiarato la presidente della Commissione annunciando “una nuova strategia di sicurezza economica”.

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“Negli ultimi anni è cambiata la Cina ed è cambiata anche l’Europa: una politica forte dell’Ue dipende dalla forte cooperazione degli Stati membri e dalla volontà di evitare divisioni, ed è giunto il momento di mostrare la nostra volontà collettiva, dando prova che la nostra unità ci rafforza”, ha aggiunto von der Leyen.

A farle eco l’Alto rappresentante per gli Affari esteri Josep Borrell. “Anche se sembriamo sempre più rivali non bisogna respingere la collaborazione con la Cina per risolvere i grandi problemi global”, perché “è il principale creditore dei Paesi emergenti e non c’è soluzione a questi problemi senza la Cina“. Il capo della diplomazia europea considera “necessario continuare a dialogare con la Cina, perlomeno finché non accade l’inevitabile come è accaduto per la Russia con l’Ucraina”. Secondo Borrell la strategia Ue su Pechino va basata su 4 parole: “Valori, sicurezza economica, Taiwan e l’Ucraina”, ha aggiunto Borrell.

“La relazione con la Cina è squilibrata perché siamo dipendenti da Pechino su alcuni prodotti, quindi è importante il de-risking di cui ha parlato la presidente della Commissione sempre nel rispetto delle regole dell’Organizzazione mondiale del commercio”, ha spiegato Borrell che ha avvertito sull’evitare di puntare solo ad aumentare le relazioni commerciali con altri Paesi del sud-asiatico. In quel caso “inseriremmo solo un intermediario tra noi e la Cina“, ha continuato.

“Il de-coupling delle relazioni economiche con la Cina non è possibile e non sarebbe positivo neppure in termini di sicurezza economica: il rischio politico che abbiamo è che il de-risking aumenti la capacità di impatto della Cina sulle economie dell’Asia”, ha aggiunto Borrell. “Taiwan per noi è fondamentale e svolge un ruolo strategico nella produzione dei semiconduttori più avanzati e se vogliamo essere una potenza geopolitica dobbiamo essere presenti in tutte le regioni del mondo”. Taiwan “fa parte del nostro perimetro strategico per la garanzia della pace”, ha sottolineato rimarcando la necessità ad evitare “una guerra fredda tra Occidente e Estremo Oriente”.

Parlando dei “punti di vista diversi” nelle relazioni delle capitali con la Cina, Borrell ha spiegato come “la politica estera dell’Ue, secondo i Trattati, è comune, ma non è unica, perché ogni Stato membro mantiene le proprie prerogative, e in una relazione così complessa come la Cina è inevitabile che ci siano punti di vista diversi“.

“Ma se decidiamo di costruire una strategia coerente nei confronti della Cina è necessario che ogni attore dell’Ue agisca conformemente ai Trattati”, ha avvertito. “Abbiamo una strategia nei confronti di Pechino che data 2019, senza dubbio questa strategia va ricalibrata alle nuove circostanze, ma mai finora l’Ue ha definito la Cina una minaccia diretta alla nostra sicurezza, come invece è successo per la Russia”, ha sottolineato Borrell che all’ultimo Consiglio Ue Affari Esteri di marzo ha presentato l’urgenza di dedicare il prossimo incontro di aprile con i 27 ministri alla Cina.

Parlando della strategia della riduzione dei rischi di cui l’Ue ha bisogno nei confronti di Pechino la presidente von der Leyen ha evidenziato l’urgenza di assicurare “che i capitali delle aziende europee, le loro competenze e le loro conoscenze non vengano utilizzate per potenziare le capacità militari e di intelligence di coloro che sono anche i nostri rivali sistemici”.

“Dobbiamo quindi verificare quali sono le lacune del nostro strumentario che consentono la fuga di tecnologie emergenti e sensibili attraverso investimenti in altri Paesi, per questo stiamo pensando se – e come – l’Europa debba sviluppare uno strumento sugli investimenti in uscita per un numero molto ridotto di tecnologie, ma molto sensibili”, ha continuato von der Leyen.

Tra le aree cruciali su cui basare la strategia Ue su Pechino “la prima consiste nell’esaminare in modo critico la nostra capacità di recupero e la nostra dipendenza e nel rendere la nostra economia e la nostra industria più competitive e più resistenti: questo è il lavoro che abbiamo svolto insieme ed è iniziato con gli investimenti nel verde e nel digitale attraverso NextGenerationEU, fino ai pilastri della nostra politica industriale e alle leggi fondamentali, la legge sui chip, la legge sulle materie prime critiche e la legge sull’industria a zero emissioni”, ha aggiunto rivolgendosi agli eurodeputati. “Ora – ha rimarcato – dobbiamo continuare a rafforzare la nostra resilienza e la nostra sovranità in settori chiave: l’energia, la salute e i prodotti farmaceutici, la sicurezza alimentare, ma anche, naturalmente, le nostre capacità di difesa”.

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