BRUXELLES – Un cyber-scudo per rafforzare la risposta Ue agli attacchi informatici e alle interferenze straniere sulle infrastrutture critiche. È la proposta cardine del nuovo Cyber Solidarity Act adottato oggi dalla Commissione europea per rafforzare la sicurezza informatica, la cooperazione tra i Paesi membri e l’assistenza reciproca in caso di crisi. Il meccanismo prevede il dislocamento, a partire dal 2024, di centri operativi di sicurezza nazionali e transfrontalieri su tutto il territorio Ue. I finanziamenti dedicati all’intero disegno di legge ammontano a 1,1 miliardi di euro, di cui circa i due terzi dal programma Europa digitale.
Nei piani dell’esecutivo comunitario, i centri operativi di sicurezza nazionali e transfrontalieri saranno incaricati di rilevare e agire sulle minacce informatiche attraverso tecnologie all’avanguardia come l’intelligenza artificiale e l’analisi avanzata dei dati, condividendo tra loro “in modo tempestivo” le allerte sugli incidenti oltre frontiera.
“Traendo spunto dalla guerra anche cibernetica in Ucraina, ora stiamo rafforzando la nostra resilienza e capacità di risposta”, ha evidenziato il vicepresidente Ue, Margaritis Schinas, spiegando che il nuovo Cyber Solidarity Act rappresenta “un cambiamento radicale nella capacità operativa di rilevare, proteggere e rispondere alle minacce informatiche, sia a livello nazionale che dell’Ue” per affrontare “un problema importante per la società“.
La proposta di legge include anche la creazione di un meccanismo di emergenza per aumentare la preparazione dell’Ue agli attacchi e migliorarne le capacità di risposta tramite test nei settori più critici (sanità, trasporti, energia) e scenari e metodologie di rischio comuni. È inoltre prevista la creazione di una nuova riserva di cybersicurezza Ue che raggrupperà aziende specializzate pre-contrattualizzate, definite ‘cyber-rangers’, e pronte a intervenire su richiesta di uno Stato membro o di istituzioni, organismi e agenzie dell’Unione in caso di incidente significativo o su larga scala.