La Cina difende la sua ‘tolleranza zero’ al Covid sollecitando il direttore generale dell’Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus dall’astenersi dal fare “dichiarazioni irresponsabili”, dopo aver definito ieri “non sostenibile” il contenimento antipandemico di Pechino. L’azione della Cina contro il Covid-19, ha commentato il portavoce del ministero degli Esteri Zhao Lijian “evolve in base alla situazione e tiene il ritmo dei cambiamenti. Si differenzia chiaramente da altri Paesi che sostengono l’immunità di gregge e le politiche rilassate”. La scorsa settimana la leadership del Pcc aveva ribadito la “piena validità’ delle sue politiche.
La Cina auspica che le persone in questione guardino alle sue politiche contro la pandemia “in modo obiettivo e razionale” ed evitino “dichiarazioni irresponsabili”, ha aggiunto Zhao nel briefing quotidiano. La linea dura perseguita da Pechino contro l’ultima ondata di contagi legata alla variante Omicron ha innescato forti proteste a Shanghai per la gestione del prolungato lockdown a cui l’hub finaizario cinese è sottoposto da oltre un mese, mentre anche la capitale cinese sta lottando per scongiurare blocchi draconiani, malgrado le misurre adottate progressivamente dai funzionari locali facciano presagire lo scenario peggiore. Oggi, ad esempio, è stata decisa la chiusura al pubblico della Città Proibita fino a “nuova comunicazione”. Il dibattito sui social media in mandarino sulle dichiarazioni di Tedros è stato strozzato dalla censura del Great Firewall, mentre solo pochi account ufficiali sono stati autorizzato a rispondere, tra cui quello di Hu Xijin, l’ex direttore del tabloid nazionalista Global Times di cui è ancora un seguito editorialista. “Tedros dovrebbe rispettare la Cina e quando parla in modo specifico della Cina dovrebbe pensare se le sue parole avranno un effetto positivo sulla promozione della solidarietà nella lotta contro il Covid-19 in Cina”, ha scritto Hu su Twitter.