Situazione sempre più tesa in Sri Lanka dove una folla di persone ha messo sotto assedio la base navale di Trincomalee, nel nord est dell’isola, dopo la diffusione della voce che l’ex premier, Mahinda Rajapaksa, vi si era rifugiato e stava per fuggire dal Paese via mare, assieme ad alcuni parenti.
Il quotidiano di Colombo Daily Mirror, che dà la notizia, aggiunge che la casa di famiglia dell’ex premier a Kurunegala è stata data alle fiamme, così come il monumento in onore di D. A. Rajapaksa, padre dell’ex premier e del presidente Gotabaya a Medamulana.
Dopo le violenze di ieri, oggi in tutta l’isola continuano a regnare i disordini, a dispetto dello stato di emergenza e del coprifuoco. Il numero due della polizia srilankese, l’ispettore generale Deshabandu Tennakoon, è finito in ospedale dopo che la sua automobile è stata incendiata dalla folla nei pressi della residenza ufficiale del premier, a Colombo. Le agenzie riferiscono che, per disperdere la folla, i poliziotti hanno dovuto sparare in aria. Un gruppo di attivisti antigovernativi, all’alba di oggi, aveva bloccato l’ingresso dell’aeroporto internazionale di Bandaranaike, a 35 km dalla capitale, per impedire ai politici filogovernativi di lasciare lo Sri Lanka.
La causa delle proteste
In Sri Lanka è in corso una gravissima crisi economica che ha portato a carenze di cibo, carburante e medicine; la situazione è stata aggravata anche dalla pandemia e dall’aumento dei prezzi di materie prime ed energia. Nei violenti scontri di questi giorni tra i sostenitori del governo e i manifestanti, che erano accampati da settimane fuori dall’ufficio del primo ministro, sono state uccise cinque persone e ne sono state ferite quasi 200.