BRUXELLES – La riforma del Patto di stabilità va fatta subito, perché le sue regole erano carenti anche prima della crisi, e riapplicarle dopo la crisi, senza modifica, sarebbe controproducente. Non vanno però eliminati i target quantitativi sul debito. Lo scrivono nel rapporto annuale gli esperti dello European Fiscal board, l’organismo di esperti indipendente incaricato dalla Commissione Ue di valutare l’applicazione delle regole del Patto.
“La sfida dal 2021 in poi sarà sostenere la ripresa, cercando un nuovo equilibrio tra regole Ue ed esigenze nazionali”, e quindi la riforma del Patto di Stabilità deve andare avanti, perché le sue carenze erano evidenti anche prima della nuova crisi, scrivono gli esperti. Sebbene condividano le critiche di chi considera le regole “numeriche” troppo complesse da applicare, e le vorrebbe sostituire con “standard qualitativi”, non sono d’accordo con l’eliminare gli “impegni quantitativi” per ancorare il debito. “Continuiamo a vedere regole di bilancio quantitative ben disegnate nell’Unione monetaria, e il fatto che i Paesi con più spazio sono stati in grado di mettere in campo pacchetti di sostegno più forti nella prima metà del 2020, rafforza le nostre vedute”, scrivono gli esperti. Sarebbe però “controproducente reintrodurre le regole esistenti senza cambiarle quando sarà disattivata la clausola di salvaguardia del Patto”. Bisogna perciò fare in fretta la revisione, per evitare un “vuoto in cui sarebbe difficile evitare di applicare discrezionalità”.