BRUXELLES – Non retribuiti o sottopagati, senza bonus per vitto e alloggio e contributi sociali e oltre 10 ore di lavoro al giorno. Sono alcuni degli abusi subiti dai lavoratori italiani, rumeni, albanesi, kosovari ed egiziani assunti da un subappaltatore italiano, Consorzio Edile, per la costruzione del centro commerciale Rive Gauche a Charleroi, in Belgio. E’ uno dei dieci casi su cui, da un anno, sta indagando l’Autorità Ue per il lavoro (Ela). Ma i sindacati Ue denunciano: “Ela non ha intrapreso azioni concrete, non ci sono passi avanti”. E’ quanto emerge da una lettera che la Confederazione dei sindacati europei (Etuc) ha inviato al commissario Ue per il Lavoro, Nicolas Schmit e al direttore ad interim di Ela, Jordi Curell.
“Anche se l’Ela sarà pienamente operativa solo nel 2024, non è un piacere per i sindacati constatare che finora non ha dato seguito, con azioni concrete, alle denunce di sfruttamento dei lavoratori vulnerabili”, ha detto il vicesegretario generale di Etuc, Per Hilmersson. In particolare, i casi riguardano un operaio edile serbo, mandato dalla Slovenia in Germania, che aspetta da 4 anni oltre 8mila euro di stipendi non retribuiti, 45 operai in Danimarca pagati meno dei lavoratori locali, almeno 400 lavoratori in Germania che non ricevono il salario minimo o non hanno le ferie pagate. Al momento, secondo quanto riportano i sindacati, nessuno degli individui coinvolti risulta essere stato contattato da Ela.
“Ela deve essere resa pienamente operativa specialmente per garantire che i casi, che le vengono sottoposti dai sindacati, siano oggetto di indagini adeguate, anche attraverso ispezioni transfrontaliere” ha concluso il vicesegretario. Infine, Etuc ha rinviato i casi ad Ela aggiungendone due nuovi per lo sfruttamento di lavoratori agricoli stagionali e marittimi.