BRUXELLES – “Una volta soccorse, le persone devono essere fatte sbarcare rapidamente per assicurare la loro sicurezza e quella dell’equipaggio della nave che conduce il salvataggio. Chiediamo con urgenza agli Stati membri di lavorare insieme affinché questo accada, con spirito di solidarietà e responsabilità collettiva. Gli Stati costieri hanno responsabilità essenziali, ma non devono essere lasciati soli”. Così un portavoce della Commissione europea, sulla vicenda della nave cargo Maersk Etienne.
L’Agenzia Onu per i rifugiati (Unhcr), l’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim) e la Camera internazionale dello Shipping (Ics) “chiedono lo sbarco immediato di 27 persone che si trovano a bordo della Maersk Etienne, da oltre un mese. Si legge in una nota dell’Unhcr. “I governi si sono rifiutati di autorizzare il comandante della nave a far sbarcare i migranti e i rifugiati fuggiti dalla Libia, violando il diritto internazionale – si spiega nel comunicato -. I membri dell’equipaggio condividono cibo, acqua e coperte coi naufraghi soccorsi. Tuttavia, non sono opportunamente formati né in grado di assicurare assistenza medica a quanti ne abbiano necessità.
Le imbarcazioni mercantili non costituiscono un ambiente sicuro per queste persone vulnerabili, le quali devono essere condotte immediatamente presso un porto sicuro”. L’Ics – si aggiunge nella nota – si è appellata all’Organizzazione marittima internazionale affinché intervenga con urgenza per “mandare un chiaro messaggio ribadendo che gli Stati devono garantire che i casi di ricerca e soccorso in mare siano risolti conformemente alla lettera e allo spirito del diritto internazionale”. Quello in cui è coinvolta la Maersk Etienne è il terzo caso, in un anno, in cui una nave mercantile rimane bloccata dopo aver condotto soccorsi in mare.