BRUXELLES – Dopo la sentenza della Corte Ue, che ha invalidato l’accordo sullo scudo dei dati Ue-Usa,”stiamo lavorando con la controparte americana per rafforzare il quadro normativo sulle clausole standard contrattuali per il trasferimento dei dati, secondo gli standard di protezione Ue. I tempi forse si allungheranno per via delle elezioni. E’ una questione politica oltre che tecnica”. Così il commissario Ue per la Giustizia, Didier Reynders, durante un dibattito presso la Commissione Giustizia al Parlamento Europeo sul futuro del trasferimento dei dati tra l’Ue e gli Usa.
“Stiamo cercando di creare un contesto chiaro per le imprese e stiamo lavorando con le autorità per la protezione dei dati per ammodernare le clausole standard contrattuali entro la fine dell’anno, adeguandole al Gdpr e alla sentenza” ha detto Reynders. Rispetto alla sovranità europea dei dati “siamo aperti a tutte le imprese che applicano le regole, perché non c’è contraddizione tra sviluppo economico, stoccaggio di dati in Ue e applicazione delle regole” ha aggiunto.
Sull’osservanza delle linee guida stabilite dalla sentenza della Corte Ue, l’avvocato austriaco e attivista per la privacy, Maximilian Schrems, il cui ricorso ha dato origine alla sentenza, ha espresso dei dubbi: “ho ricevuto telefonate riservate con rappresentanti dell’industria statunitense e il feedback è che le aziende potrebbero ignorare la sentenza della Corte di giustizia, dando per presupposto che le autorità dell’Ue non emanino misure punitive” ha detto. Infine, il commissario Reynders ha ricordato che si deve lavorare anche ad accordi anche con altri Paesi, come il Regno Unito e la Cina, e che “ci sono richieste per accordi internazionali per la tutela dei dati”.