“Proveremo ad arrivare fino in fondo, a Parigi. ma nessuno sa cosa succederà”. L’ombra del coronavirus aleggia anche sul Tour de France, al via domani da Nizza, con due mesi di ritardo. “Che il Tour si corra – ha detto David Brailsford, manager della Ineos-Grenadiers che schiererà al via il campione in carica Egan Bernal – E’ importante, ma a un certo punto se il rischio per i corridori e le squadre, sara’ necessario tenerne conto con responsabilita'”.egli ultimi anni”.
“Ci sono dibattiti sull’inizio del nuovo anno scolastico, sulle condizioni igienico-sanitarie, speriamo di poter tornare alla normalità – le parole di Brailsford – Lo sport è uno di questi. Molte misure sono state prese dagli organizzatori per ridurre al minimo i rischi in modo significativo. L’ASO (organizzatore del Tour de France) ha lavorato molto duramente per permetterci di venire. Sì, il Tour avrà luogo. Questo non è importante solo per il Tour ma per lo sport in generale. Se in un dato momento vediamo che ci sono troppi rischi per i corridori, le squadre, la società, sarà necessario tenerne conto, per essere responsabili. Non lo sappiamo, nessuno sa cosa succederà, ma proveremo ad arrivare a Parigi”. “Il Tour de France dura tre settimane – ha aggiunto – non c’e’ fretta di prendere la maglia gialla nel caso in cui la gara venga interrotta e finisca prima. Siamo qui per un tour normale e se cambia, cambierà. Correremo come negli ultimi anni”.
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