“In era Covid gli amori e la vita normale dei liceali a scuola saranno a rischio. I giovani stessi sono a rischio. Siamo tutti inevitabilmente condizionati da quello che sta accadendo. Ma i ragazzi hanno un pericoloso delirio di onnipotenza, per carità, naturale alla loro età. Se pensiamo che ai tempi nostri andavamo in motorino senza caschi! Ma il compito di noi adulti è quello di imporre loro le regole di distanziamento e le mascherine, ripetendole fino all’ossessione. Anche se i ragazzi in età adolescenziale, lo sappiamo, appena girato l’angolo faranno come vorranno e baceranno anche le sconosciute al buio”. Parola di Federico Moccia, scrittore, regista e sceneggiatore, intervistato dall’ANSA in vista della riapertura della scuola. Moccia è divenuto popolare proprio con i suoi romanzi sugli amori giovanili, da Tre volte te, seguito da Tre metri sopra il cielo a Ho voglia di te (2006), il romanzo da cui, un anno dopo, è stato tratto il film “dei lucchetti a Ponte Milvio”, con protagonisti Riccardo Scamarcio e Laura Chiatti, la regia di Luis Prieto e con Federico Moccia autore di soggetto e sceneggiatura. La pellicola ottenne un grande successo di pubblico, arrivando ad incassare oltre 13,5 milioni euro, e incoronando Riccardo Scamarcio idolo delle adolescenti italiane dell’epoca. Ma dal film è nato anche il fenomeno dei lucchetti degli innamorati di Ponte Milvio. Infatti in una delle scene più celebri del film, la coppia protagonista scrive i propri nomi su di un lucchetto legandolo al vecchio ponte romano, buttando poi la chiave dello stesso nel Tevere, come simbolo e promessa di amore eterno. Da allora Ponte Milvio è diventato meta di tutte le coppie d’innamorati che lasciano il proprio lucchetto e buttano la chiave nel fiume. Tanto che lo stesso viene ribattezzato il Ponte degli innamorati. Questo fenomeno ha attecchito in tutta Italia ed anche in molte altre parti del mondo, dalla Spagna alla Francia, da Parigi fino a NY al ponte di Brooklyn. Insomma, Moccia di amori giovanili se ne intende, anche se, chiarisce: “Io ho due figli di 8 e 10 anni, ancora gestibili. Hanno vissuto la scuola come tutti normalmente fino a marzo. Poi il lockdown, senza poter più stare insieme ai compagni di classe e giocare all’aperto. Quello che adesso non capisco, è la polemica sollevata dai professori proprio a pochi giorni dalla riapertura delle scuole. Perché non vogliono sottoporsi ai tamponi come tutti? Noi anche in vacanza ci siamo sottoposti ai rilevi delle temperature e abbiamo indossato le mascherine al ristorante fino a che non eravamo seduti a tavola. Tutti all’Argentario dov’ero in vacanza mantenevano le distanze di sicurezza. Noi adulti dobbiamo imporre le regole e dare l’esempio per primi”. Moccia sta pensando a storie di amori tra banchi in tempi di Covid? “Non so. Quando finiranno le vacanze e tornerò a Roma, a settembre, ci penserò. Certo ora, fare un film per il cinema o per la tv è rischioso, mi sembra un momento difficile per la realizzazione”. (ANSA).
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