Quarant’anni e non sentirli. Sono quelli che festeggia Sono Solo Canzonette, uno degli album cult di Edoardo Bennato, ispirato alla favola di Peter Pan e uscito nel 1980, un mese dopo il rilascio di Uffà! Uffà!. “Dopo il successo avuto da Burattino senza fili, nel 1977, pensai che pubblico e critica mi aspettassero al varco. Se avessi fatto solo Sono solo canzonette, mi sarei sentito dire ‘ecco ci ha rifilato un’altra allegoria’. Se avessi fatto solo Uffà! Uffà! gli scontenti avrebbero rimpianto la favola. E così, per scombinare le carte in tavola, feci uscire due dischi a distanza di un mese uno dall’altro”, racconta il cantautore napoletano ospite al festival del videoclip IMAGinACTION a Forlì, affezionato ai suoi successi, ma per niente propenso a rifugiarsi nel passato. “Non mi piace indugiare su ciò che è stato – avverte Bennato, al lavoro su un nuovo disco che dovrebbe vedere la luce in autunno -, ma senza dubbio i personaggi di quei brani sono più vivi che mai: da Mangiafuoco a Capitan Uncino. E non sono affatto migliorati. Li possiamo ritrovare uguali a loro stessi tra i politici e i governanti di oggi, ma senza avere la stessa indulgenza dei miei personaggi. E l’utopica Isola che non c’è, per un mondo migliore, invece, faremmo bene a trovarla quanto prima, in questo mondo che sta andando alla deriva tra cambiamenti climatici e pandemie”. Ma la musica, oggi come all’epoca, non può rinunciare al ruolo anche politico che può avere. “Il rock, se è rock vero, deve sempre andare in direzione ostinata e contraria. E’ quello il suo ruolo: scardinare pregiudizi e preconcetti. E come negli anni Settanta combattevamo la strategia della tensione con la musica, oggi dobbiamo combattere la pandemia, che ha rivoluzionato le nostre vite”, sostiene sicuro, non volendo abdicare al suo essere “contro”. “Una volta Fabrizio De Andrè, mio grande amico, mi disse: nel momento in cui hai la percezione di non avere più niente da dire, allora smetti. E io quella percezione ancora non l’ho avuta e vado avanti”. Ripensando a Sono Solo Canzonette, difficile immaginarlo nella realtà di oggi, nonostante la forza della sua attualità. “All’epoca era un’idea nuova, oggi, inutile negarlo, non si vendono più dischi e la musica viene fruita in maniera diversa, senza troppo approfondimento – è l’analisi di Bennato -. Non c’è più la consapevolezza di ciò che si sta ascoltando”. L’invito ad IMAGinACTION è stato accolto con molto piacere. “Mi considero l’inventore del videoclip: nel ’77 sono stato tra i primi a raccontare in immagini ben 5 brani di Burattini senza fili. Per me i video sono una forma d’arte completa”. Stasera per il pubblico di Forlì – tutti in auto, nel drive in allestito all’aeroporto – ha preparato un live di un’ora. “I concerti in tempo di covid sono una realtà complicata che non ci appartiene. La speranza è un vaccino che arrivi presto, perché abbiamo bisogno di contatto umano, tanto più nei live che sono aggregazione per antonomasia. E la rete non è la soluzione”.
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