(ANSA) – ROMA, 25 AGO – Un attentato nella sala strapiena di un teatro dell’opera, crepitio di spari, con grande profusione di assordanti bassi, e poi solo cento esplosioni, gas tossici e soldati armati fino ai denti. Questo l’incipit di TENET di Christopher Nolan, blockbuster d’autore per eccellenza, con un pizzico di esoterismo, fine del mondo, e soprattutto sperdimento, quello che coglie lo spettatore di fronte a un film che si mangia il tempo, dove nella stessa scena in parallelo scorrono insieme tempo lineare e passato. E un salto nel passato, pre-covid, il film di Nolan lo fa davvero quanto a copie: ben 700 distribuite dalla Warner da domani. Eppure l’undicesimo film del regista britannico – girato in sette Paesi con un alto livello tecnico (una combinazione di videocamere IMAX e 70mm) e con budget da ben 220 milioni di dollari – dopo tanti rumori inizia con una frase di Henry Miller non da poco: “Viviamo in un mondo crepuscolare”. Una frase tormentone in TENET che ha come protagonisti principali l’atletico John David Washington (figlio di Denzel) e Robert Pattinson alle prese con un perfido magnate russo, Andrei Sator (Kenneth Branagh). Un miliardario con tanto di yacht esagerato che insieme alla sua filiforme compagna, Kat (Elizabeth Debicki), sembra avere in mano i fili del tempo, come la possibilità di far scoppiare la terza guerra mondiale. Di scena comunque in tutto il film il tempo ambiguo, reversibile, con l’acqua del mare che si ritira invece di rifrangersi sullo scafo di una nave che a sua volta naviga al contrario. E questo vale anche per l’auto che dopo essersi ribaltata durante un adrenalinico inseguimento, torna perfettamente integra. D’altronde la reversibilità, la palindromia sta già tutta nel titolo, TENET, solo una delle cinque parole di quel quadrato magico vero enigma che viene dal passato. Ovvero il cosiddetto quadrato del Sator (proprio come si chiama uno dei protagonisti) , ricorrente iscrizione latina (ritrovata a Pompei e poi dipinta anche da Dürer), in forma di quadrato magico, composta da cinque parole, SATOR, AREPO, TENET, OPERA, ROTAS che formano una frase che rimane identica se letta da sinistra a destra, dall’alto in basso e viceversa. Altri temi forti di TENET, ma non certo inediti per il regista di ‘Dunkirk’ e ‘Batman’: il ritmo, l’adrenalina e sequenze iper-cinetiche con balzi e camminate su e giù per i grattacieli. Per quanto riguarda infine le location, si passa dalla Danimarca all’Estonia, dall’India alla Norvegia, dal Regno Unito agli Stati Uniti fino all’Italia, ed esattamente nelle acque di Ravello con un motoscafo che sfreccia davanti alla costiera amalfitana. Le critiche americane al film sono nel segno di una sfida: “C’è qualcuno che ha capito la trama?”. Ma niente paura: TENET si segue lo stesso e ha davvero un versante esoterico: dopo averlo visto, il tempo ha più certezze. (ANSA).
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