Dopo un secolo di film sulla guerra sappiamo filmare la pace? Cercando di dare risposta a questo interrogativo la coppia di documentaristi Massimo D’Anolfi e Martina Parenti porta a Venezia un’opera filmata in buona parte nell’unità di crisi della Farnesina di cui racconta la quotidianità adrenalinica con i suoi monitor perennemente accesi sul mappamondo. D’Anolfi e Parenti che con Spira Mirabilis erano stati in concorso per il Leone d’oro a Venezia nel 2016 tornano ora alla Mostra in gara ad Orizzonti con questa nuova opera nel solco della loro linea rigorosa e di autoproduzione lontana dai compromessi – oltre a produzione e regia si occupano della fotografia, delle riprese, del suono, del montaggio – per i quali sono noti nell’ambiente cinematografico.
La prima intuizione di Guerra e pace “è nata – dicono D’Anolfi e Parenti – un giorno di fronte un’Ambasciata Italiana in una capitale straniera.
Ci siamo domandati che funzione e che valore potessero avere ancora questi palazzi privilegiati e, più genericamente, quale fosse il senso dell’attività diplomatica in un mondo in cui la comunicazione e le notizie viaggiano ad una velocità fuori da ogni controllo. Dopo molti studi, riflessioni e incontri crediamo che oggi più che mai è necessario ripensare agli strumenti che prevengono, limitano, contengono i conflitti in favore del dialogo tra uomini e istituzioni. Abbiamo dunque deciso di riflettere sulle immagini del passato e del presente non solo come strumento di guerra, ma anche come possibile strumento di pace”.
Il documentario, che sarà poi distribuito dall’Istituto Luce Cinecittà, parte dalle origini della relazione tra cinema e guerra, dal loro primo incontro, nel lontano 1911, in occasione dell’invasione italiana in Libia, fino ai giorni nostri. Le riprese sono state ospitate all’Istituto Luce di Roma dove si restaurano vecchie pellicole di guerra, al’Unità di Crisi del Ministero degli Esteri Italiano, presso l’Ecpad (Archivio Militare e Agenzia delle Immagini del Ministero della Difesa Francese) dove si formano giovani militari che imparano a produrre immagini di guerra e alla la Cineteca Svizzera di Losanna che custodisce i preziosi archivi della Croce Rossa Internazionale. (ANSA).
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