Il centrodestra unito, i partiti che compongono la maggioranza no. L’ora del gong per la chiusura delle liste Regionali non porta novità “in zona Cesarini” e fotografa quella che, per la maggioranza, è una partita in salita. Pd, M5S e Iv non corrono assieme in nessuna Regione. Laddove, come in Liguria, Dem e Movimento sono riusciti a trovare un accordo i renziani si sono sfilati, a testimonianza del fatto che il centrosinistra a “tre gambe” – Pd, moderarti e cinquestelle – proposto da Goffredo Bettini è poco più che un’utopia. E Nicola Zingaretti, consapevole della posta in gioco – per l’esecutivo ma anche per la sua leadership – sottolinea un unico dato: “il Pd è la vera alternativa alle destre”.
L’election day del 20 e 21 settembre – si vota in 7 Regioni, sul referendum, alle suppletive per un seggio al Senato in Sardegna e in 1182 Comuni – è destinato ad avere ripercussioni nazionali. A rischiare, forse, non è tanto il governo ma la stabilità della maggioranza e quella interna ai partiti. Il Pd è chiamato a tre sfide cruciali: in Toscana, Marche e Puglia. In tutte e tre le Regioni i sondaggi, al momento, non sono rassicuranti e per i Dem diventa fondamentale conquistarne almeno due su tre.
E Matteo Salvini, già da giorni, è in campagna elettorale. “Pd, M5S e Renzi litigano su tutto, dal 22 settembre qualcosa cambierà anche a Roma” , avverte il leader leghista. “Il voto sarà un giudizio anche su Conte e la maggioranza”, gli fa eco Maria Stella Gelmini.
Complessivamente sono 35 gli aspiranti governatori per 6 Regioni (in Valle d’Aosta l’elezione del presidente è indiretta). In Liguria l’uscente Giovanni Toti è insidiato da Ferruccio Sansa, frutto dell’intesa Pd-M5S. In Veneto a sfidare Luca Zaia sono Arturo Lorenzoni (sostenuto da una coalizione di centrosinistra) e Enrico Cappelletti (M5S). In Toscana Eugenio Giani (sostenuto da Pd, Iv e La Sinistra) sfida la leghista Susanna Ceccardi mentre il Movimento schiera Ivana Galletti. Nelle Marche la contesa è tra Maurizio Mangialardi (sostenuto da Pd e Iv e ex CinqueStelle) e il meloniano Francesco Acquaroli con il pentastellato Gianluca Mercorelli come outsider. In Puglia l’uscente Michele Emiliano se la vedrà con Raffaele Fitto con le variabili Antonella Laricchia (M5S) e Ivan Scalfarotto (Iv) che, per l’ex pm, rischiano di essere decisive. In Campania a sfidare De Luca sono l’azzurro Stefano Caldoro e la dimaiana Valeria Ciarambino.