Giffoni “regala tante cose, fra le quali anche un ottimo umore, incoraggiamento e voglia di fare sempre meglio, perchè incontri ragazzi appassionati e che vogliono vedere cose belle” spiega all’ANSA Matilde Gioli, arrivata al Giffoni Film Festival dove quest’anno riceve il Talent Award 2020 ed è protagonista di due incontri, con i giovani giurati +16 e +18, sia presenti in sala che collegati attraverso gli hub in Italia e all’estero. Ritroveremo l’attrice a ottobre su Rai1, con le ultime puntate della prima stagione di Doc – Nelle tue mani, il medical drama con Luca Argentero che ha debuttato durante il lockdown sull’ammiraglia Rai arrivando a un pubblico di oltre otto milioni di telespettatori.
“Medici e infermieri che in quei giorni stavano combattendo contro il covid, ci hanno scritto per dirci che si sentivano molto rappresentati da noi, ed è stato bellissimo perché noi temevamo invece di essere fuori luogo parlando di medicina e ospedali in un momento del genere”. In generale “il pubblico ha apprezzato il modo un po’ nuovo di raccontare il medical drama, la serie è stata accolta da un affetto incredibile”. Classe 1989, milanese, Matilde (Lojacono, Gioli è il cognome della mamma), ha debuttato nel 2014, partecipando quasi per caso al provino per Il capitale Umano di Virzì. Nei mesi delle riprese del film ha anche preso la Laurea in filosofia: “Inizialmente avrei voluto fare il medico, ma non ho passato il test – spiega -. Girare Doc in qualche modo mi ha fatto realizzare, anche se da attrice, quel sogno”. Finora ha alternato i generi in film come Un posto sicuro con Marco D’amore, Mamma o papà con Paola Cortellesi e Antonio Albanese, Moschettieri del re, Gli uomini d’oro e serie come Di padre in figlia. La filosofia l’ha aiutata a tenere i piedi per terra nel mondo dello spettacolo “e mi ha aiutato anche in questo periodo di lockdown, che ho vissuto a Roma, totalmente sola, perché quando è stato deciso stavo ancora girando – spiega -. Mi sono mancate le persone a cui voglio bene e i miei animali (ha tre gatti e un cavallo e un cagnolino, arrivato da poco, Kalel, che sul palco di Giffoni , emozionato, non trattiene una pipì, guadagnandosi un applauso, ndr). Erano rimasti a Milano, ma ho fatto un po’ di autocoscienza e mi ha fatto molto bene. Poi ho imparato a fare cose nuove, tipo il punto a croce che ha sempre fatto mia nonna”. Il ritorno sul set, per terminare Doc “in un primo momento è stato complicato, con le varie norme anticovid ma mi ha dato tanta gioia, era la vita che riprendeva. Noi attori avevamo le mascherine fino a subito prima di girare le scene. Io mi sono fidata di test e tamponi e nelle scene dove era richiesto un contatto non ho avuto paura, anche perché sono una persona molto fisica”. Il suo approccio ai ruoli (17 in sei anni) all’inizio era del tutto istintivo, “ora ho imparato a prepararmi e studiare. L’istinto non basta”.
E a chi, fra i ragazzi, le chiede un consiglio per diventare attore, risponde: “Serve studio, e osserva l’umanità, le persone intorno a te, ascoltale. Fatti un bagaglio che poi potrai ritirare fuori quando ti servirà”. Tante le domande dei giurati che tornano a Doc e al suo personaggio, Giulia Giordano: “All’inizio il suo aspetto che comprendevo meno era il distacco dalle persone, che non mi appartiene. Ma mi ritrovo nella sua ‘cazzimma’, anche io cerco sempre una soluzione a tutto”. Ora Matilde ha pronti due nuovi film, Futura di Lamberto Sanfelice (“una storia bella tosta e toccante, interpreto una giovane madre che condivide una figlia con un compagno tormentato”) e Va bene così di Francesco Marioni, viaggio fra tre generazioni: “Un film che non vedo l’ora di vedere, ci siamo divertiti tantissimo”.
Ruoli come produttrice o regista, “mi affascinano tantissimo ma sento di non averne le capacità. Mi piacerebbe però dare delle idee per una storia tutta al femminile”. Immancabili le domande su registi e attori stranieri e italiani con cui le piacerebbe lavorare: tra gli americani, Christopher Nolan e Jennifer Lawrence, “amerei interpretare una sua sorella imbranata”; tra gli italiani, Matteo Garrone e Stefano Accorsi. Infine passando agli aneddoti, cita le chiacchierate al tramonto ogni giorno a fine riprese di Belli di papà, con Diego Abatantuono: “Con i suoi racconti, Diego mi ha fatto capire tante cose, con ironia e generosità, su come sopravvivere in questo mondo”.