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Castellitto sul set, torna Natale in casa Cupiello

“E andiamo, scarfiamo la colla, stammatina magnammo colla, altrimenti domani non è pronto il presepe… Quanno vene Natale è ‘nu castigo e’ Dio, colla, pastur’, puzz’ ‘e pittura”. Sbuffa, irritata, Concetta quando il marito Luca, appena sveglio, si preoccupa della sua amata colla, da scaldare per fare il presepe. Sono le prime battute di ‘Natale in casa Cupiello’, la commedia forse più nota di De Filippo, capolavoro di “amarezza dolorosa” come la definì il drammaturgo, che dopo la celebre versione televisiva del 1977 diretta dallo stesso Eduardo si prepara a tornare sul piccolo schermo, con la regia di Edoardo De Angelis e con Sergio Castellitto e Marina Confalone nei panni che furono di De Filippo e di un altro monumento del teatro, Pupella Maggio.

Cinque le settimane di riprese, tutte a Napoli, per il film tv, atteso tra gli eventi dell’autunno di Rai1, prodotto da Picomedia di Roberto Sessa. Nel cast anche Adriano Pantaleo, Toni Laudadio, Pina Turco, con Alessio Lapice e con Antonio Milo. L’adattamento della commedia del 1931, firmato da Massimo Gaudioso e De Angelis, conferma l’eternità di Eduardo e della sua poetica che ha attraversato i paesi e i tempi. Non a caso, a 120 anni dalla nascita, con l’universo di De Filippo e di Eduardo Scarpetta, padre del teatro napoletano moderno, hanno scelto di misurarsi anche Mario Martone, con il film ‘Qui rido io’, e Sergio Rubini, con ‘I fratelli De Filippo’.

Con Natale in casa Cupiello siamo a Napoli nel 1950. Il 25 dicembre si avvicina e Luca Cupiello prepara il presepe; è il suo mondo perfetto, al riparo dalla realtà, dove ogni cosa trova la sua giusta collocazione. Ma a nessuno interessa. Non al figlio Tommasino, e nemmeno alla moglie Concetta che ha ben altro a cui pensare: l’altra figlia Ninuccia, infatti, ha deciso di lasciare il ricco marito Nicolino per l’uomo che ha sempre amato, Vittorio, e gli ha scritto una lettera per dirglielo. Concetta riesce a evitare quella che per la famiglia sarebbe una sciagura. Ma la missiva capita nelle mani di Luca che, ignaro, la consegna al genero. Nicolino scopre così il tradimento della moglie. Alla vigilia di Natale, la sbadataggine di Luca mette di fronte i due rivali e la realtà irrompe in casa Cupiello in tutta la sua irruenza.

“Fare Natale in Casa Cupiello oggi – sottolinea Castellitto – credo sia un gesto artistico di grande modernità. Soprattutto per questa prima stagione post-Covid… La drammaturgia eterna, archetipa dei personaggi te la ritrovi tutta nelle relazioni famigliari di oggi. Edoardo De Angelis ci sta accompagnando per mano in questa gioielleria di emozioni, e noi lì a lucidare, per noi, per lui, per Eduardo”. “In occasione della sua ultima apparizione in pubblico nel 1984, Eduardo disse che il suo cuore avrebbe continuato a battere anche dopo che si sarebbe fermato. Io oggi in questo luogo – sottolinea De Angelis, regista di ‘Indivisibili’ – posso constatare che ha mantenuto la promessa”. “Abbiamo scelto questo grande capolavoro quale primo titolo di una collezione di film per la tv tratti dalle commedie di De Filippo – spiega Roberto Sessa – perché era nostra intenzione fare un regalo al pubblico televisivo dopo un anno così complicato e doloroso. Un progetto pensato per omaggiare il maestro nei 120 anni della nascita”.

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Sul letto di morte Eduardo Scarpetta, padre naturale dei tre fratelli Eduardo, Peppino e Titina De Filippo – che portavano il cognome della madre, Rosa De Filippo, nipote della moglie di Scarpetta – disse loro: “Io non vi ho dato il cognome, ma voi vi siete presi l’arte”, come a riconoscerli suoi eredi sulla scena. Su questi personaggi, sull’arte drammatica napoletana del ‘900 da cui è sempre emerso il lato comico della tragedia del vivere, sono incentrati i film di Martone e Rubini: il primo focalizzato su Scarpetta, nell’intreccio tra vita artistica e intricata vita familiare sentimentale, il secondo sui suoi figli d’arte, appunto i tre De Filippo. Il film di Martone, appena concluso, una coproduzione italo-spagnola Indigo Film con Rai Cinema per l’Italia e Tornasol per la Spagna, che arriva dopo ‘Il sindaco del Rione Sanità’ (2019) si intitola ‘Qui rido io’, come la scritta apposta sulla villa al Vomero di Scarpetta, ricco e riverito in tutta Napoli. A vestirne i panni è Toni Servillo, mentre la vicenda ha al centro il clamoroso processo nato dalla querela di Gabriele D’Annunzio in seguito alla parodia scarpettiana ‘Il figlio di Iorio’, da cui il napoletano uscì provato ma vincitore, grazie anche alla testimonianza di Benedetto Croce. Nel film di Rubini, ‘I fratelli De Filippo’, Eduardo, Peppino e Titina (interpretati da tre giovani attori napoletani) diventano protagonisti di una vicenda che parte proprio dal 1925, con la scomparsa del padre. E’ l’inizio di un’avventura che li vede a lungo insieme, ma destinati, per diversità i educazione e carattere, a carriere artistiche personali. Accanto alla vita artistica, anche qui – ha raccontato il regista – le “complesse vite private, le rotture, la difficoltà di misurarsi coi sentimenti, una certa anaffettività di Eduardo che, alla fine della sua vita, parlò del gelo della propria esistenza”.

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