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Onward, amore filiale nel fantasy 'urbano' Pixar-Disney

ROMA – Si parla “di sostegno reciproco, di persone che nella nostra vita hanno fatto di tutto per aiutarci a diventare quello che siamo oggi, come fratelli, sorelle, un insegnante o i genitori. Questo film è modo per ringraziarli”. Così il regista Dan Scanlon racconta il cuore dell’adventure fantasy animato in Cgi Pixar/Disney “Onward – Oltre la magia” , che dopo i vari rinvii dell’uscita per l’emergenza pandemia (sarebbe dovuto arrivare inizialmente nel nostro Paese il 5 marzo, un giorno prima del debutto Usa, che c’è stato il 6 marzo), arriva nelle sale italiane il 19 agosto e si spera faccia da primo importante traino per tornare a far salire il box office, in attesa dell’esordio, il 26 agosto, del thriller distopico Tenet di Christopher Nolan.

Una sfida, quella del ritorno dei grandi film in sala, alla quale la Disney ha sottratto un altro dei suoi blockbuster di punta, Mulan, che debutterà direttamente su Disney+ il 4 settembre, mentre per ora resta confermato l’esordio sul grande schermo dell’altro titolo Pixar pronto, Soul di Pete Docter, la cui uscita negli Usa, all’inizio prevista a giugno, è stata spostata a novembre.

Onward immerge il pubblico in un mondo fantastico ‘urbano’ e contemporaneo che ha un po’ dimenticato la propria magia, popolato da creature come orchi, unicorni centauri, maghi, streghe, stregoni e spiritelli. Protagonisti della storia sono due elfi adolescenti, il sedicenne Ian e il fratello maggiore, la ‘testa calda’ Barley, che si lanciano in un’avventura per completare l’incantesimo grazie al quale possono riavere per un giorno con loro il padre, morto anni prima. Il genitore, inizialmente riportato nel loro mondo solo per metà (dalla cintola in giù), compie con i figli un viaggio on the road che varia fra i generi, citando capisaldi come Dungeons and Dragons, I predatori dell’Arca perduta, i Goonies e Harry Potter, ma anche una commedia irriverente come Weekend con il morto, senza dimenticare la commozione. Tra i doppiatori italiani, Sabrina Ferilli, per la mamma dei due elfi protagonisti, Laurel, Fabio Volo (voce del padre di Ian e Barley) , Favij (uno spiritello), David Parenzo (un cameriere) e Raul Cremona (un apprendista stregone).

“Laurel è una mamma che sprona, protegge e aiuta i suoi figli, diventando parte attiva nel permettergli di realizzare un bellissimo incantesimo – dice Sabrina Ferilli, già doppiatrice per la Pixar in Cars e Cars 2 -. Amo questo film perché ha una trama più matura, porta i ragazzini in un gioco di riflessioni inedite. Aiuta a far capire che non serve sempre guardare oltre per cercare ciò di cui abbiamo bisogno e che spesso sono state proprio le persone vicine a ricoprire per noi quei ruoli che pensiamo ci siano mancati”.

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Onward, i cui incassi sono stati frenati inevitabilmente dallo scoppiare della pandemia (finora 110 milioni di dollari nel mondo, a fronte di un budget di almeno 175 milioni) è già considerato epocale perché include il primo personaggio animato Lgbt+ in un lungometraggio Pixar/Disney: è la poliziotta ciclope Specter, che in una scena parla della figlia della sua compagna. “Abbiamo voluto che i mondi che creavamo fossero estremamente realistici e rappresentassero tutte le diversità – spiega Scanlon, già regista per la Pixar di Monsters University -. Non posso dire quello che succederà in futuro (rispetto a nuovo personaggi Lgbt+ in casa Pixar /Disney, ndr) ma qui volevamo rispecchiare la realtà”. Il regista è profondamente legato a Onward perché viene da un suo tratto autobiografico: “Ho perso mio padre quando avevo un anno e mio fratello ne aveva tre. Ci siamo sempre chiesti come sarebbe stata una giornata con lui e così è nato il film”. Anche Fabio Volo, che – fra gli altri – era voce di Po nella saga Dreamworks di Kung Fu Panda, è stato particolarmente toccato dal ruolo del padre nella storia, anche perché “ho anch’io due figli maschi…. – sottolinea -. E’ una storia che tratta il desiderio di ognuno di noi di rivedere una persona che non c’è più”. Poi “c’è il primo personaggio omosessuale che entra nelle storie dei bambini quindi è un film bello dal punto di vista umano e emotivo, ma anche dal punto di vista sociale”. La webstar Favij, figlio unico, spiega che “non mi è mai mancato così tanto un fratello come dopo aver visto Onward” e sul finale, rivela, “ho pianto tantissimo, singhiozzavo”.

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