(ANSA) – BEIRUT, 04 AGO – Sarà pronunciata venerdì prossimo dal Tribunale speciale per il Libano (Tsl), con sede all’Aja, l’attesa sentenza sull’omicidio dell’ex premier libanese Rafiq Hariri, ucciso a Beirut il 14 febbraio del 2005 assieme ad altre 21 persone. Le ripercussioni politiche di quel crimine hanno cambiato profondamente gli equilibri regionali.
Alla sbarra quattro imputati in contumacia, tutti membri del movimento sciita libanese Hezbollah: Salim Ayash, Habib Merhi, Hussein Oneissi e Assaad Sabra. C’era anche un quinto imputato, Mustafa Badreddin, considerato la mente dell’attentato di San Valentino, a Damasco nel 2016. Tutti e cinque sono accusati di “complotto a fini terroristici e omicidio preterintenzionale” e di altri capi di imputazione connessi.
Il verdetto è atteso 15 anni dopo l’attentato del 2005; 13 anni dopo la formazione del Tsl nel 2007; undici anni dopo l’avvio dei lavori nel 2009; nove anni dopo la formulazione degli atti di accusa; sei anni dopo l’inizio delle udienze nel 2014 e circa due anni dalla loro chiusura nel 2018.
La sentenza era attesa a metà maggio ma la crisi del coronavirus ha costretto il Tsl a rimandare. Il verdetto sarà letto, tramite collegamento Internet a distanza, dal presidente della camera di prima istanza, l’australiano David Re. (ANSA).
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