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I Miserabili di Ladj Ly, nella banlieue polveriera

Un thriller mozzafiato ambientato in una banlieu di Parigi con un gruppo di ragazzini che sfidano la polizia violenta ha riscritto, in una chiave molto vicina al documentario, il cinema sul tema delle periferie, ha fatto incetta di premi – dal prestigioso premio alla regia al festival di Cannes 2019 alla candidatura francese per l’Oscar straniero, alla man bassa ai Cesar con 4 premi tra cui miglior film – e ora arriva finalmente al pubblico italiano: è I Miserabili (Les Miserables), opera prima di Ladj Ly. Inaugura dal 18 maggio MioCinema.It la prima piattaforma digitale dedicata al cinema d’autore che mette al centro la sala cinematografica e il suo pubblico già arrivata a coinvolgere prima ancora di partire 130 sale ossia 300 schermi secondo quanto annunciato oggi da Andrea Occhipinti di Lucky Red da cui è nata l’idea condivisa con Circuito Cinema e MYmovies (disponibile anche su Sky Primafila Prem;iere).

Ladj Ly è un esordiente per un film di finzione, ma è ben noto nell’ambiente del cinema francese per il suo impegno e il suo attivismo: la scuola gratuita di cinema, accessibile a tutti, a Montfermeil dove è nato e tuttora risiede è un modello, un avamposto culturale che anche in questo periodo è al lavoro con un corto. Ladj Ly, rispettato e carismatico (“forse perché non sono andato via e questo fa la differenza”), una figura assimilabile ad uno Spike Lee francese, lancia in Italia il film con un incontro a distanza con la stampa. Dietro di lui, lo sfondo della videocall è un quadro con sopra la scritta Kourtrajmé; che è il collettivo artistico di cui fa parte e con cui da sempre lavora.

I Miserabili “non finisce qui”. Il nuovo cantore delle periferie, che ha preso il capolavoro di Victor Hugo ( a Montfermeil il personaggio hugoniano di Jean Valjean incontra per la prima volta Cosetta, tra l’altro); e ne ha fatto un film coinvolgente tra i migliori della stagione, andrà avanti con una trilogia. “In questo periodo ho ricevuto decine di proposte dall’America per fare film, serie, persino un film della Marvel, ma ho rifiutato tutto, magari in futuro le considererò, ma per ora ho altre priorità: andare avanti a raccontare la mia gente”, ha detto all’ANSA il regista, classe 1978, nato da genitori di origini maliane. Se I Miserabili è ambientato ai giorni nostri, i prossimi due torneranno indietro, uno agli anni ’90 e un altro, più politico, racconterà le storiche rivolte delle periferie nel 2005 concentrandosi in particolare su Claude Dilain sindaco di Saint Denis.

La storia dei Miserabili (con l’ottimo Damien Bonnard) è ispirata a vicende vere o comunque verosimili ed è sufficientemente lontana dagli stereotipi di questi ambienti: sono tutti più o meno poveri cristi, con salari da fame in ambienti dove disagio sociale accomuna tutti. Nel film, come oggi nell’incontro, Ladj Ly sottolinea le “violenze della polizia” che sono l’unica promessa mantenuta dai governi dopo le rivolte sanguinose del 2005, “mentre cultura, educazione e politiche sociali sono quello che servirebbe”. Ora con la pandemia “è una catastrofe – dice il regista che aiuta lui stesso con la ong Banlieus Santé – sono zone polveriera pronte ad esplodere, erano poveri e ora sono poverissimi, una situazione che certo rischia di degenerare e in cui si assiste ad una crescente violenza poliziesca, sono innumerevoli i video degli abitanti che documentano questi abusi delle forze di sicurezza”. Attraverso il film, che si conclude con la frase di Hugo “Non ci sono né cattive erbe né uomini cattivi. Ci sono solo cattivi coltivatori”;, Ladj Ly è critico proprio con i politici, il governo e le istituzioni, “Macron incluso” che “peraltro stanno gestendo malissimo l’emergenza, non essendo in grado neppure di farci avere le mascherine di protezione”. L’opinione pubblica secondo il regista è in parte cambiata sulle periferie perché, anche grazie alle manifestazioni dei gilet gialli e alla massiccia adesione agli scioperi di quest’autunno, “si è resa conto delle difficoltà di chi vive in queste zone e della enorme violenza che subisce. I Miserabili ha avuto il merito di mostrare dall’interno come si vive in zone che i tre quarti dei francesi conoscono solo dai media”. Nonostante tutto Ladj Ly vuole coltivare la speranza, come tanti in questo periodo, che non si torni indietro: “Non tutti i mali vengono per nuocere, questo lockdown ha mostrato una grandissima solidarietà tra le persone ed è, spero, la fine di un’era, l’occasione per cambiare la società. Non ne sono sicuro ovviamente, l’umanità è così folle che il rischio – ha aggiunto all’ANSA – dimentichi presto tutto questo e riprenda i suoi soliti errori, anche se il virus ha dimostrato che il capitalismo e la ricchezza non bastano per non esserne vittime”.

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Oggi sarebbe dovuto cominciare il festival di Cannes 2020, le cose sono andate diversamente, ma questa “è una tragedia per il cinema d’autore, indipendente, che ha bisogno delle vetrine mondiali come quella per farsi conoscere. Speriamo di superare il momento, molte case di produzione sono alla canna del gas, set annullati”. Infine Polanski e la notte dei Cesar dominata dalle polemiche: “Ho vinto tanti premi, Polanski se ha fatto cazzate deve essere giudicato, il resto non mi interessa”.

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